Morì cadendo dal traghetto
Incidente? Resta il mistero
Nuova udienza nel processo a tre dipendenti della Navigazione per l’episodio del 2012
L’anatomopatologo non fuga i dubbi: unica certezza è l’asfissia per annegamento
Si è gettata o è caduta nel lago? Crescono i dubbi, cedono le certezze su quanto accadde tra il 28 e 29 gennaio 2012, quando Renata Lanfranconi, 59 anni, impiegata abitante a Bellagio, venne recuperata cadavere, pancia immersa nell’acqua, con indosso il piumino e sul volto gli occhiali da vista.
Era annegata nel centro lago e recuperata ormai cadavere, venti ore dopo essere caduta dalla motonave “Ghisallo”, in rotta tra Menaggio eVarenna, nel pomeriggio del giorno 28 gennaio 2012. Era rimasta vittima di uno scivolamento accidentale o invece si gettò in acqua?
Mercoledì il giudice De Vincenzi ha aggiornato il processo al 10 giugno, per i 4 testi dell’accusa e tre delle difese.
Il pm Paolo Del Grosso ha incriminato per omicidio colposo in concorso il comandante Fulvio Ferradini; i marinai Davide Foggetta e Cristiano Rivolta.
Nei confronti del comandante Ferradini, il pm Del Grosso contesta anche il reato di falso perché nel rapporto sul numero di passeggeri avrebbe indicato lo stesso numero di persone salite e scese. Non si sarebbe reso conto della caduta nel lago della poveretta annegata.
Mentre i due marinai Foggetta e Rivolta sono stati chiamati in causa perché non avrebbero controllato con la diligenza necessaria i passeggeri, sia nelle fasi di salita e discesa. Nei loro confronti è contestata l’ipotesi di reato di concorso in omicidio colposo.
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