Mondo dell’alpinismo in lutto
per la morte di Dino Piazza

Imprenditore innamorato della sua città, è entrato nei Ragni di Lecco nel 1955 e ne è stato presidente dal 1964 al 1970

Un giorno di lutto e profonda tristezza per il mondo dell’alpinismo: è infatti morto oggi Dino Piazza, grande alpinista e imprenditore innamorato della sua città e dei suoi monti. Nato a Rancio nel 1932, Dino Piazza è entrato nei Ragni nel 1955 e ne è stato presidente dal 1964 al 1970. Seppe aprire vie nuove come la direttissima alla Torre Cecilia del 1959, con Tizzoni e Colombo, e salite celebri come la nord-ovest del Civetta lungo la via Solleder e la ripetizione della via Bonatti al Petit Dru sul massiccio del Monte Bianco. Nel volume “Dilettante per professione”, scritto con Carlo Caccia, Dino Piazza racconta la sua prima scalata, ma soprattutto la scintilla che ha fatto nascere un amore durato per una vita intera: «Era l’estate del 1949: avevo 17 anni … Mio fratello Pino, più esperto di me in materia, si fece prestare una corda e in una domenica di inizio estate, percorrendo per un tratto il famoso sentiero della direttissima che sale nel settore più bello della Grignetta, in un’autentica selva di torri, torrioni e pinnacoli, caratterizzati dalle più varie forme e dimensioni, arrivammo alla base del Campaniletto… Giunti all’attacco ci legammo e cominciammo a salire. Cosa posso dire? Semplicemente che fu amore immediato, a prima vista, un colpo di fulmine tra me e la roccia».

Alpinista ed imprenditore, si diceva, e Dino Piazza, come Riccardo Cassin, oltre a salire sulle amate montagne lavorava il ferro. Infatti ha avuto un ruolo importante nell’evoluzione dei materiali, come chiodi e ramponi. «E’ stato un uomo che aveva un immenso orgoglio di essere alpinista e lecchese. – ci ha detto Giorgio Spreafico, grande esperto di storia dell’alpinismo - Si riconosceva completamente nei Ragni ed era profonda in lui la coscienza di dover essere all’altezza di coloro che avevano onorato il maglione rosso in tutto il mondo. Ricordo quello che mi diceva: “Cosa vuoi che siano i problemi quotidiani quando sei stato in situazioni limite in cui dovevi decidere se tornare giù vivo o restare in parete. L’alpinismo ti permetteva di corazzarti per tutte le difficoltà che potevi incontrare nella tua vita”. E’ stato peraltro orgogliosamente imprenditore, uomo della sua azienda. Ma era evidente che per lui i Ragni erano i Ragni e non si potevano toccare. Si doveva essere all’altezza della loro storia, ma anche difenderli se era necessario. Ha sempre testimoniato la sua passione per la montagna, nella consapevolezza che ai giovani andava raccontata quella storia unica scritta dai Ragni sulle montagne più belle del mondo». Dino Piazza lascia la moglie “Mari” Alippi e i figli Daria e Arnaldo.

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