Cronaca / Circondario
Martedì 09 Luglio 2013
Minaccia con il coltello
Civate, preso e condannato
Un cittadino di nazionalità indiana ha patteggiato 6 mesi per violenza a pubblico ufficiale e lesioni: i carabinieri erano intervenuti su richiesta del figlio dell’uomo
Serata a dir poco movimentata a Civate dove sono dovuti intervenire i carabinieri di Valmadrera per bloccare e arrestare un uomo indiano di 51 anni che, sotto l’effetto dell’alcol, aveva brandito in casa un coltello.
Harinder Singh, incensurato e con documenti in regola (il lavoro lo ha perso quattro anni fa) è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, in quanto per riuscire a portarlo a più miti consigli un carabiniere ha riportato ferite giudicate guaribili con una prognosi di 5 giorni (i famigliari si sono riservati di sporgere denuncia).
L’uomo, difeso d’ufficio dall’avvocato Simona Bove, ieri in aula durante il processo con rito direttissimo ha chiesto scusa per il suo comportamento: ha patteggiato una condanna di 6 mesi, pena sospesa.
L’allarme al 112 era scattato nella serata di lunedì quando il figlio aveva richiesto l’intervento dei carabinieri a Civate in quanto il padre, sotto l’effetto dell’alcol, stava litigando con la madre e aveva impugnato anche un coltello. Sul posto si sono diretti i militari della compagnia di Lecco, quelli della caserma di Valmadrera e del Nucleo radiomobile: quando sono arrivati di fronte all’abitazione, si sono trovati in strada il padre e il figlio che stavano ancora litigando. A quel punto, per cercare di bloccare il padre, in evidente stato di alterazione alcolica, i carabinieri sono intervenuti ma l’uomo ha reagito con violenza, ferendone uno (ma non con il coltello) e, nel divincolarsi, avrebbe anche tentato di prendere l’arma di un militare.
Al termine della colluttazione, Harinder Singh è stato bloccato e trasferito in caserma mentre un carabiniere è andato in ospedale a farsi curare, per lui prognosi di 5 giorni.
Ieri mattina è stato celebrato il processo con pubblico ministero Mattia Masaro e di fronte al giudice Gian Marco De Vincenzi. L’uomo, oltre a essersi scusato, ha spiegato la sua situazione personale: da 4 anni ha perso il lavoro dopo essere stato dipendente per un’azienda della zona per 17 anni. Il cittadino indiano ha quindi patteggiato 6 mesi, pena sospesa, ed è tornato in libertà con la condizionale che dovrà stare attento a non compromettere in futuro. n G. Dev.
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