Cronaca
Giovedì 20 Agosto 2015
Metastasi: spiegate le condanne
«Non è mafia senza affiliazione»
Rese note le motivazioni della sentenza di primo grado. Per Ernesto Palermo era caduta l’associazione di stampo mafioso
«Non è mafia senza affiliazione, summit, riti e doti»: questa, in estrema sintesi, le motivazioni della sentenza del giudice Roberto Arnaldi per il processo Metastasi con rito abbreviato per gli imputati Ernesto Palermo, Claudio Bongarzone e Alessandro Nania.
Motivazioni, che fanno riferimento alla sentenza di primo grado dello scorso mese di aprile e spiegano perché gli imputati fossero stati condannati per associazione a delinquere “semplice” e fosse invece caduta l’aggravante dell’associazione di stampo mafioso richiesta dai pubblici ministeri Bruna Albertini e Claudio Gittardi (che ricorreranno in appello).
«Non pare sufficiente a caratterizzare l’associazione in parola sub articolo 416 bis (ndr associazione a delinquere di stampo mafioso) la sola considerazione dell’appartenenza di Mario Trovato al noto contesto famigliare difettando, peraltro, di significativi momenti sintomatici che l’esperienza giudiziaria ha insegnato a riconoscere come tipici della criminalità organizzata». Questo il passaggio delle motivazioni, al quale va aggiunto il concetto secondo cui il giudice Arnaldi avrebbe evidenziato la mancanza di elementi di prova quali «l’affiliazione rituale, l’investitura della qualifica di ‘uomo d’onore’ “; ma pure “la distribuzione e ricezione di ‘doti’ ,” senza contare, si spiega infine: “la partecipazione ai summit e i collegamenti con le altre locali che formano la ‘Lombardia’.
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