Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 20 Marzo 2014
Mele (Pd) lascia il consiglio
«Soffocato il mio spirito»
Non sbatte la porta, ma il tono con cui dopo tre mandati dice addio al consiglio comunale la dice lunga sulla delusione patita
Non sbatte la porta, ma il tono con cui dopo tre mandati dice addio al consiglio comunale la dice lunga sulla delusione patita.
È amareggiato Alberto Mele, capogruppo del Partito democratico a palazzo Pretorio, che dopo aver rinunciato a guidare i suoi in aula un paio di settimane fa, lunedì ha deciso di mettere fine anche alla sua esperienza da consigliere. «Avrei potuto andare nel gruppo Misto - dice -, ma ho troppa stima e rispetto per il sindaco per fare una cosa del genere e così ho preferito andarmene».
Un’uscita di scena che lascia dietro di sé uno strascico di parole non dette, di malintesi, incomprensioni e, di fondo, un modo d’intendere il ruolo incompatibile con quello della maggioranza. «È tutta una questione di metodo all’interno del gruppo, innanzitutto- dice Mele -, ma anche dell’intera coalizione. Non chiedevo altro che di poter essere attivo su alcuni argomenti, di essere noi in maggioranza i primi a dare la scossa, a provare dare uno slancio entusiastico al lavoro dell’amministrazione. I giovani non mi hanno seguito, la mia vice (Roberta Songini, nda) mi è sempre stata contro e alla fine la mia voce, inascoltata, non era più quella del gruppo. Non ho avuto altra scelta».
Una critica di fondo quella di Mele nei confronti dei suoi. «Io resto convinto che Molteni sia il sindaco migliore che la città abbia avuto e possa avere - sostiene l’ex consigliere -, ma forse il quarto mandato è troppo anche per lui. Soprattutto se giocato in questo modo. Se avessimo potuto rinnovare il metodo, avremmo potuto davvero cambiare le cose a favore dell’intera città e non solo. Resto convinto che i cambiamenti avvengano dal basso e da lì devono partire le istanze».
© RIPRODUZIONE RISERVATA