Cronaca / Oggiono e Brianza
Venerdì 14 Novembre 2014
Media Lario, da Lecco a “Rosetta”
A caccia delle origini del Big Bang
Ruolo di primo piano dell’azienda di Bosisio Parini nella missione sulla cometa 67/P
Il lander Philae alla meta dopo dieci anni. «Progetto difficile, grande soddisfazione»
La Media Lario Technologies, azienda lecchese da oltre un decennio coinvolta nella caccia europea alle origini del Big Bang, ha un ruolo di primo piano nella “missione Rosetta” che ha portato, a dieci anni dal lancio della sonda, all’accometaggio del suo lander Philae l’altro ieri su una remota cometa.
In ore di alta attenzione mediatica per l’eccellenza dell’impresa lecchese che ha operato non solo sul lander ma anche su un componente decisivo della “navicella” Rosetta appare tuttavia surreale che un’azienda ipertecnologica come MTV debba subire, com’è accaduto ieri, una giornata campale perché il gestore telefonico non è riuscito a sistemare un guasto infrastrutturale alle linee telefoniche imponendo così un’intera giornata di black out.
A tarda sera parliamo col responsabile scientifico, Giuseppe Valsecchi, che esprime «soddisfazione per un progetto difficile arrivato a missione, cosa che per ragioni oggettive non sempre accade in questo settore».
Analisi dei campioni della cometa
Al progetto “Rosetta” Valsecchi lavora da quindici anni con un team composto da due ingegneri e due fisici.
L’azienda nata come spin off da un’idea del Cnr di Milano e guidata dal 2004 dal presidente e Ceo Giovanni Nocerino, ha realizzato per Philae dei fornetti di combustione dentro i quali bruceranno alcuni campioni di materiali prelevati dalla cometa. Lo scopo è produrre residui da analizzare sul posto, all’interno di Philae, i dati scientifici e tecnici delle rilevazioni che vengono trasmessi all’Esa, l’ente spaziale europeo.
E “Giada” studierà la polvere
Inoltre, per la navicella ha realizzato un’apparecchiatura, “Giada”, per studiare la “polvere” della cometa. Il successo di questa missione nell’universo profondo, a mezzo miliardo di chilometri di distanza dalla terra, tocca dunque a pieno titolo l’azienda di Bosisio Parini, inserita fin dalla nascita, nel 1993, in grandi progetti di ricerca applicata aerospaziale.
Dopo un decennio di viaggi spaziali che, a partire dal lancio, hanno portato la sonda ad allontanamenti e riavvicinamenti alla Terra utili a trarre spinta gravitazionale in grado di farla viaggiare fra i pianeti del sistema solare, oggi Rosetta è la prima sonda che ha raggiunto l’orbita intorno al nucleo di una cometa.
In una missione fortemente italiana e anche lecchese mercoledì scorso Rosetta ha dunque potuto lasciar cadere il suo piccolo robot, chiamato Philae in ricordo dell’isoletta del Nilo dov’è tata ritrovata la celebre stele, dotato di 9 strumenti, in aggiunta agli 11 contenuti nella navicella. Philae, grazie anche al ruolo dei fornetti di MLT, contribuirà al ruolo di due degli 11 strumenti di Rosetta, “Giada” e lo spettometro “Virtis”, che studieranno rispettivamente l’ambiente di “polvere” che circonda le comete e la chimica della cometa. Entrambi arrivano dalla ricerca italiana dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.
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