Cronaca / Circondario
Martedì 02 Giugno 2015
Medaglia prima di morire
Il saluto al reduce Frigerio
La consegna anticipata per le condizioni critiche del calolziese
Le parole di don Matteo per Serafino e la famiglia unita attorno a lui
Un addio sentito a uno degli ultimi reduci calolziesi, testimone degli orrori della guerra ed esempio di grande lavoratore.
Lunedì mattina sono stati tanti i parenti, gli amici e i conoscenti che si sono voluti stringere in occasione del funerale, alla famiglia di Serafino Frigerio, il 92enne morto venerdì sera, giusto il giorno dopo aver ricevuto la medaglia d’onore destinata dal Presidente della Repubblica ai reduci dei campi di prigionia e concentramento.
Solo giovedì sera, infatti, era riuscito a salutare e ringraziare il vicesindaco Massimo Tavola, giunto appositamente a casa sua per consegnargli il riconoscimento, in quanto le sue condizioni di salute, già critiche, gli avrebbero impedito di partecipare alla cerimonia ufficiale di oggi in Prefettura.
A celebrare la cerimonia funebre è stato don Matteo Bartoli, che nella sua omelia ha sottolineato che «i momenti di turbamento e di smarrimento sono normali, quando veniamo colpiti dalle mazzate della vita».
Il parallelo tra lo smarrimento dei discepoli, alla morte di Gesù, e quello dei familiari di Serafino, la moglie Angelina Ostiglia Balossi e i figli Luigi, Bruno e Angelo su tutti, ha permesso quindi al sacerdote di dedicare un pensiero a quel ragazzo rimasto in un campo di prigionia a Colonia dal 1942 al 1945.
Tutti i dettagli e altre foto nell’ampio servizio su “La Provincia di Lecco” in edicola martedì 2 giugno.
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