Mandello. Vertenza Carcano
Vicina la firma dell’accordo
Spunti positivi dalle assemblee di Mandello e Delebio per azzerare i 140 esuberi annunciati
Cinque punti studiati dai sindacati: contratti di solidarietà ed esternalizzazione della logistica
MANDELLO
Primo riscontro positivo fra i lavoratori della Carcano dopo le assemblee, a Mandello e Delebio, sul piano che punta ad azzerare i 140 esuberi, su un totale di 570 dipendenti, dichiarati dall’azienda a seguito del processo di ristrutturazione.
La trattativa guidata dai segretari provinciali della Fiom Cgil e della Fim Cisl, Diego Riva e Enrico Civillini, ha prodotto una serie di soluzioni che, fanno sapere i due sindacalisti, «da lunedì prossimo, in un nuovo incontro con la proprietà, permetteranno di iniziare a scrivere un protocollo d’intesa da portare in una successiva assemblea dei lavoratori e da sottoporre a referendum interno».
Per neutralizzare l’impatto sociale della crisi si lavorerà su cinque punti che comprendono l’apertura di mobilità per i lavoratori pensionabili e i licenziamenti volontari. Si delinea anche un accordo che punti all’applicazione di un appalto in outsourcing per la logistica, in cui oggi lavorano 83 persone.
«Un numero su cui – dice Riva – con l’outsourcing, anche se la società appaltatrice non assumerà tutti, riusciremmo a limitare in modo importante le fuoriuscite». Aperture anche sulla possibilità di intercambiare il personale fra i due siti produttivi, senza che tali misure, assicurano Fiom e Fim «comportino rischi di demansionamento né altri riferimenti legati al jobs act, che in questo piano non entra in alcun modo. Ciò che vogliamo fare è tentare soluzioni che da una parte consentano all’azienda di operare nel proprio piano industriale di rilancio della fabbrica e dall’altro tutelino al massimo le persone coinvolte». Un’impostazione che, assicurano i sindacati, finora trovano condivisione nel dialogo con l’azienda.
A dare un po’ di ossigeno occupazionale saranno anche i contratti di solidarietà come altro strumento per far rimanere i lavoratori all’interno di quel piano industriale che entro il 2017 dovrebbe consentire di riportare in equilibrio l’attività aziendale attraverso investimenti e revisione organizzativa.
Investimenti su nuovi impianti tecnologicamente avanzati per circa 10 milioni di euro, che si aggiungono ai 20 spesi per la costruzione della nuova fonderia di Delebio, formazione su nuove competenze e presidio di nuovi mercati sono le linee del piano industriale che, come annunciato in febbraio dai vertici aziendali, dopo difficoltà che durano da mesi renderà «necessaria una profonda riorganizzazione delle risorse umane». Cosa che, da come si profila il dialogo coi sindacati, sarà fatta riducendo al minimo l’impatto sui lavoratori.
Con un fatturato di 154 milioni nel 2014 la “Antonio Carcano” resta fra i nomi europei di rilievo nella produzione e trasformazione di alluminio, tuttavia la contrazione dei consumi interni e i costi di adeguamento alle trasformazioni tecnologiche e di mercato hanno colpito la redditività dell’azienda che ora punta al recupero entro i prossimi due anni.
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