Cronaca / Morbegno e bassa valle
Giovedì 28 Agosto 2014
«L’orso è fuori controllo
Dobbiamo tutelare
i nostri contadini»
Grido d’allarme del presidente di Coldiretti - «L’animale doveva essere sempre monitorato, ma nessuno ha avvisato l’allevatore danneggiato»
Una natura “fuori controllo”: altro che «ricostruzione di antichi habitat e reintroduzione di specie estinte». Si carica sulle spalle tutta la frustrazione della categoria provinciale, il presidente sondriese della Coldiretti Alberto Marsetti: deve commentare la strage degli asinelli della Val di Togno, quattro capi dilaniati dall’orso, un asinello ferito, altri dispersi. C’è una bestia selvatica che vaga per le montagne della Valmalenco, si parla di un “orso assassino” che uccide più capi e non per sfamarsi. E gli operatori di alpeggio hanno paura. «Da tutelare – il drastico ammonimento – ci sono i contadini di montagna, che se va avanti così finiranno loro davvero estinti!».
«E sia chiaro – chiarisce anche Marsetti – che la nostra categoria non ha nulla contro i selvatici. L’episodio della Valmalenco – ha ancora affermato il responsabile Coldiretti – chiama in causa sottovalutazioni. È sicuramente giusto ripopolare le montagne alpine con la fauna selvatica che qui era originaria: ma mi domando chi fra noi oggi sia ancora in grado di convivere con questi animali. E quale criterio si stia adottando per scongiurare effetti di devastazione».
Le critiche muovono contro i criteri di monitoraggio che dovrebbero controllare gli spostamenti dei grandi mammiferi. «Sull’orso – prosegue Marsetti – abbiamo fatto tanti incontri: ci era stato garantito che l’animale sarebbe stato sempre individuabile grazie al radiocollare. E invece l’allevatore che ha avuto il danno non è stato avvisato da nessuno: gli si poteva dire che c’era un orso in zona, avrebbe preso le sue precauzioni».
«Si chiede al mondo agricolo di non lasciare da sola la montagna, poi a restare da soli di fronte a una natura anomala e fuori controllo restiamo noi». Il dirigente sindacale esprime anche dubbi sulla opportunità delle reintroduzioni programmate: «I nostri vecchi – spiega – gli orsi in valle li avevano debellati: nessuno si è mai chiesto se forse la loro non fosse stata la scelta giusta. Invece di vedere le scelte antiche come dettate dalla ignoranza e decidere che quel mondo che ci era stato lasciato, lo si deve cambiare, senza che ci sia un vero controllo sugli effetti delle nuove trasformazioni».
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