Cronaca
Giovedì 10 Dicembre 2020
Lombardia zona gialla
Ma in frontiera non si cambia
Dalla Svizzera shopping vietato
Da Como resta limitata ai lavoratori frontalieri la possibilità di andare oltreconfine, niente pieno di benzina a Chiasso
Il problema sta tutto nelle certificazioni o meglio nell’attestazione di essersi sottoposto alle quarantotto ore precedenti l’ingresso in Italia a tampone molecolare (risultato negativo), tenendo conto che l’alternativa è costituita da 14 giorni di isolamento fiduciario. Dunque il passaggio da zona arancione a zona gialla - annunciato ieri in anteprima a metà pomeriggio dal Governatore Attilio Fontana - non sposterà in alcun modo gli equilibri di confine. Il che significa che i clienti ticinesi non potranno ancora varcare il confine per la spesa o lo shopping a Como e più in generale nei territori di confine così come i comaschi non potranno recarsi in Ticino per il pieno di carburante, come già avviene da un mese abbondante a questa parte. Dalle misure è bene rimarcarlo continuano - a buon diritto - a essere esclusi i frontalieri.
E’ stato il sito del Corriere del Ticino a puntualizzare il fatto che con la Lombardia che diventa zona gialla per i ticinesi non cambia nulla. “La Provincia” ha poi chiesto lumi a Sergio Aureli, esperto di questioni transfrontaliere: «Se il passaggio della Lombardia da zona arancione a zona gialla viene accolto con tutti i favori del caso al di qua del confine sia sotto l’aspetto sanitario che sotto quello prettamente economico, un discorso a sé va invece approntato nel segmento che interessa le dinamiche transfrontaliere. E’ evidente che il Dpcm - in tutte le sue declinazioni - non ha contemplato quelle che sono le specificità dei territori di confine. Il tema di fondo è che alla legittima tutela dei lavoratori frontalieri - per cui non cambia nulla - esistono anche altre tematiche, lasciate invece senza le specifiche o gli approfondimenti del caso. Ad oggi anche solo un pieno di carburante potrebbe costare una quarantena. Per questo è importante che il Governatore lombardo Attilio Fontana faccia proprie queste istanze e le presenti direttamente a Roma».
Analogo discorso vale per i ticinesi (una clientela importante, tenendo conto anche dell’approssimarsi ormai al periodo natalizio) che guardano al nostro territorio per la spesa negli ipermercati o nei negozi del capoluogo e dei Comuni di confine (ma non solo). «Un aspetto anche questo che mi auguro venga approfondito al più presto - sottolinea ancora Sergio Aureli -. I territori di confine hanno bisogno di regole che non possono essere uguali e quelli di altri territori della Regione». In queste settimane ha tenuto banco il discorso legato ai controlli ai valichi. In molti hanno notato infatti l’assenza dei rinforzi richiesti a gran voce dal presidente del Governo di Bellinzona, Norman Gobbi. A “La Provincia” l’Amministrazione federale delle Dogane ha fatto sapere che il personale “è presente ai valichi di frontaliera nell’ambito del suo mandato che svolge attualmente senza nessuna modifica. Effettua controlli casuali e basati sul rischio, su persone e merci”. Nessun riferimento dunque ai rinforzi richiesti dal Ticino.
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