Cronaca / Tirano e Alta valle
Lunedì 13 Gennaio 2014
Lo sciatore morto
non portava il casco
Dopo la ricognizione cadaverica avvenuta sabato pomeriggio la magistratura ha dato il nulla osta alla sepoltura. Ora la famiglia dell’ingegnere moscovita di 51 anni attende dal consolato russo in Italia le carte per poter fare ritorno in Russia
Sabato pomeriggio, poche ore dopo l’incidente sugli sci avvenuto sulle piste di sci di Bormio 2000 costato la vita ad Alexander Kasiev, la moglie dello sfortunato sciatore nella camera mortuaria dell’ospedale Morelli di Sondalo ha avuto il triste compito del riconoscimento della salma de marito.
Ad accompagnare la signora c’erano anche la figlioletta della coppia, il titolare dell’albergo di Bormio dove sono alloggiate le due donne- il marito con l’amico sciatore era invece alloggiato in un altro albergo della Magnifica Terra- e l’interprete visto che solo la ragazza parla inglese, mentre la mamma parla esclusivamente russo.
Dopo la ricognizione cadaverica avvenuta sabato pomeriggio la magistratura ha dato il nulla osta alla sepoltura. Ora la famiglia dell’ingegnere moscovita di 51 anni attende dal consolato russo in Italia le carte per poter fare ritorno in Russia e poter dare ultimo saluto al proprio caro.
Alexander Kasiev era uno sciatore esperto e fin da bambino aveva imparato a sciare bene. Fra l’altro conosceva anche la pista sulla quale è avvenuto l’incidente visto che aveva già sciato a Bormio in passato. Sabato mattina l’ingegnere che abitava a Mosca è salito sulle piste di Bormio con un amico che lo procedeva nell’ultima fatale discesa.
Avevano percorso la pista La Rocca, rossa, e pare che Kasiev, conscio delle proprie ottime capacità, l’avesse fatto ad una velocità sostenuta, nel piano dove il raccordo fra la pista Stelvio e Bormio 2000 il russo è finito fuori pista, schiantandosi tragicamente contro un albero. Lo sciatore non aveva il casco e l’impatto gli è stato fatale nonostante il pronto soccorso dell’elicottero del 118.
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