Cronaca / Tirano e Alta valle
Martedì 03 Settembre 2013
Livigno, la minoranza incalza
«Aquagranda, quanti errori»
Il capogruppo di “Vivi Livigno” Valentino Galli spera che la trattativa in corso salvi la struttura
Ma ricorda: «Fu il sindaco Silvestri a crearla, passando da un progetto da 2 a uno da 22 milioni»
I posti di lavoro non sono a rischio, al momento, all’Aquagranda di Livigno. Il timore che la scadenza del 31 agosto da parte della gestione di Livigno Spa significasse la fine dell’attività per la trentina di dipendenti di Aquagranda è scongiurato. Ieri mattina tutti hanno lavorato. Contemporaneamente nella stanza dei bottoni è in corso la trattativa serrata fra l’amministrazione comunale, Aquagranda che possiede la proprietà e Livigno Spa che gestisce, per arrivare ad una soluzione.
Al tavolo dovrebbero esserci anche i componenti della cordata laziale che sarebbe interessata all’operazione, ma non ci sono conferme ufficiali. Acqua in bocca, è proprio il caso di dirlo. Nessuno vuole parlare, bocche cucite perché il momento è caldo, ma la volontà di evitare la chiusura sembra il punto di contatto fra le parti. Ci sono degli accordi con le varie nazionali che hanno scelto Livigno per allenare i propri campioni e nessuno vuole fare una figuraccia internazionale nel dover disdire gli impegni presi. Per una località che punta sulla promozione turistica, sarebbe un vero autogol chiudere le porte in faccia agli atleti che invece assicurerebbero enorme pubblicità, uno su tutti l’australiano Ian Thorpe.
«L’importante è non finire in tribunale - afferma, a proposito della trattativa in corso, il capogruppo di minoranza “Vivi Livigno”, Valentino Galli -. Perché altrimenti i tempi sarebbero lunghissimi e i danni notevoli». Anche senza andare in tribunale però Valentino Galli un colpevole per la situazione di Aquagranda lo trova nell’ex sindaco Lionello Silvestri: «Durante il suo primo mandato si era risolto il contenzioso con la ditta Corsicato di Napoli, che ha realizzato la struttura. Contenzioso nato durante l’amministrazione di Mario Peri che, in pratica, aveva bloccato la costruzione della piscina durante il mandato del suo successore, Flavio Claoti - ricorda Galli -. Una volta sbloccato il contenzioso, Lionello Silvestri ha adottato un progetto che da 2 milioni di euro e passato a 22 milioni. Il project financing si è rivelato un fallimento. Erano state fatte valutazioni su 800 presenze di media al giorno che erano fuori da ogni logica, ma il problema è che l’amministrazione Silvestri credeva a quelle cifre. Già il giorno dell’inaugurazione io mi lamentai come Skipass dicendo che era una struttura troppo grande, ma per questo motivo fui duramente rimproverato da Dario Piller, dei commercianti». Per Galli è l’occasione anche per spiegare il motivo per il quale l’associazione Skipass ha sempre detto no a un proprio coinvolgimento in Aquagranda: «Quando era il momento delle proposte non ne è mai stata fatta una concreta. Troppo comodo volerci solo per ripianare i debiti».
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