Cronaca / Oggiono e Brianza
Domenica 07 Luglio 2013
L’esame conferma: «E’ Mady»
Pirrotta ascoltato dal pm
Depositata la consulenza sui resti trovati nel 2001 a Tavernerio
Per la morte della donna indagati due cugini già in carcere
Se qualche dubbio residuo era rimasto, la consulenza del Labanof l’ha spazzato via: i resti rinvenuti nel 2001 all’esterno del cimitero di Tavernerio, in provincia di Como, otto anni dopo la sua scomparsa, sono senza dubbio ciò che rimane di Maddalena Calabria, la colf di Molteno sparita nella primavera del 1993.
È questo il punto di partenza della consulenza depositata l’altro giorno in Procura a Lecco, consulenza richiesta dal pubblico ministero Rosa Valotta, titolare dell’inchiesta, al Laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’Università degli Studi di Milano diretto da Cristina Cattaneo, massima esperta in questo settore tanto da essersi meritata l’appellativo di “Bones italiana”.
Ed è probabilmente proprio alla luce delle risultanze della consulenza depositata a Palazzo di giustizia che venerdì pomeriggio il pubblico ministero ha interrogato, come persona informata sui fatti, Santo Valerio Pirrotta, 46 anni, residente a Lurago d’Erba, in carcere per l’omicidio dell’operaio Antonio Caroppa, ucciso con un colpo di pistola alla gola nel box di casa la sera del 10 maggio 2012.
Di quanto Pirrotta abbia rivelato al magistrato, nulla trapela, ma ciò che è certo è che stato proprio grazie alle rivelazioni dell’uomo che si è riusciti a dare un nome, un identità ai poveri resti trovati dodici anni fa.
Dopo l’arresto, Pirrotta (che verrà processato per i fatti di Paderno in Corte d’Assise a Como il 23 settembre) puntò infatti l’indice contro Fabio Citterio,46 anni, pure di Lurago, e Tiziana Molteni , 54, di Dolzago (ammessi dal gup al rito abbreviato per l’omicidio Caroppa, si va in aula il primo ottobre a Lecco), accusandoli di aver ucciso Maddalena Calabria e di averla poi seppellita proprio all’esterno del cimitero di Tavernerio. Ma non basta. Pirrotta aveva accusato Citterio e Molteni della rapina messa a segno tre settimane prima della scomparsa della donna nella villa di Oggiono di proprietà dell’imprenditore Luciano Fumagalli, dove “Mady”Calabria lavorava da tre mesi come colf.n
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