Cronaca / Lecco città
Venerdì 06 Marzo 2015
L’economia lecchese
«Brutto 2014, il 2015 migliorerà»
I dati del centro studi di Confindustria che negli ultimi sei mesi ha registrato solo cali. Ma il nuovo anno mostra segni incoraggianti
Domanda, produzione e fatturato rallentano, ma tendenzialmente l’industria lecchese tiene. Sono questi i principali indicatori raccolti dai centri studi di Confindustria Lecco e Unindustria Como e inseriti nell’Osservatorio congiunturale del secondo semestre 2014.
Un passo indietro, dunque, per il comparto nella nostra Provincia, tale da andare a intaccare i buoni risultati fatti segnare soltanto nella prima metà dello scorso anno. Rispetto a giugno, infatti, dicembre si è chiuso con una contrazione del 5,2% per gli ordini, del 2,7% per l’attività produttiva e del 3,2% per il fatturato, ma le previsioni per questo primo semestre 2015 sono favorevoli.
Per quanto riguarda la domanda, il rallentamento congiunturale ha assorbito quasi interamente il dato positivo (+5,7%) rilevato a giugno rispetto a dicembre 2013, disattendendo le previsioni che, in quella sede, parlavano di un ulteriore incremento di 2,5 punti. La variazione tendenziale, misurata sul secondo semestre del 2013, si è attestata invece a +2,2%. Le previsioni per il periodo gennaio-giugno 2015 segnano comunque un +3,5%.
Brusca frenata anche per la produzione, dove il -2,7% annulla completamente il +2,2% precedente e dà un netto colpo di spugna alle aspettative, per le quali si sarebbe dovuta registrare un’ulteriore variazione positiva di oltre 3 punti. L’esame con il secondo semestre del 2013 evidenzia invece una variazione del +1%.
Si attesta invece al 74,1% il tasso medio di utilizzo della capacità produttiva, che varia a seconda della caratteristica dimensionale delle aziende del campione: per le aziende sino a 50 occupati la capacità mediamente impiegata risulta inferiore mentre è più elevata per le imprese più grandi.
La produzione non realizzata internamente, ma sviluppata attraverso pratiche di outsourcing, contribuisce per circa il 15% del totale, dato in crescita rispetto a quanto registrato per il primo semestre 2014. Prevalentemente italiani i subfornitori (12,8%).
Anche in relazione al fatturato le previsioni erano positive (+2%), ma ci si è attestati su un rallentamento congiunturale del 3,2%, mentre il calo tendenziale è pari allo 0,6%. Per i primi sei mesi di quest’anno però le aspettative sono di un nuovo miglioramento, con un atteso +2,4%.
Importante, in termini di fatturato, la quota legata all’export, che sul totale delle vendite pesa per oltre il 42%. In questo senso, la principale area di riferimento resta saldamente l’Europa occidentale, destinataria di oltre la metà delle merci che partono dal Lecchese. Altri mercati di interesse sono i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, 4,1%), Est Europa (3,6%), Stati Uniti (3,2%) e Asia Occidentale (2,4%). La quota di fatturato generato entro i confini nazionali risulta invece pari al 57,8%.
Rilevato che nei rapporti tra le imprese e gli istituti di credito non sono insorti peggioramenti particolari (al di là dell’aumento delle spese e delle commissioni bancarie, di tassi e richieste di garanzie che ha interessato oltre un’azienda su dieci), l’Osservatorio si è infine focalizzato sullo scenario occupazionale.
In questo senso, il periodo luglio-dicembre ha confermato il mantenimento dei livelli con un quadro di stabilità legato alla sostanziale compensazione tra giudizi di crescita (9,7%) e di diminuzione (11,9%).
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