Cronaca / Lecco città
Sabato 28 Dicembre 2013
Lecco,tra il Cerro Torre e i Ragni
c’è di mezzo una caviglia rotta
La spedizione di gennaio si allontana per Matteo Bernasconi che si è infortunato a Chamonix. Anche se ci proverà comunque: toglierà il gambaletto e tornerà ad allenarsi per raggiungere i suoi compagni di cordata in Patagonia quanto prima. Intanto l’11 gennaio partirà Davide Spini, mentre Matteo Della Bordella, Luca Schiera e gli altri partiranno il 13 gennaio
Per affrontare le grandi imprese? Non basta il coraggio, la preparazione, l’esperienza. Ci vuole anche fortuna. «...Siamo a 10 minuti da Chamonix quando scivolo su una lastra di ghiaccio e mi rendo conto di essermi fatto male alla caviglia del piede destro; non riesco più ad appoggiare il piede a terra; non mi resta altro che strisciare con il sedere lungo il sentiero e arrivare alla macchina...striscio per terra sotto la luce della mia frontale...Sono circa le 2 di notte, non ho ancora chiuso occhio, il piede e la gamba mi fanno sempre più male e visto l’ imminente partenza per la Patagonia e per il dolore decido di farmi accompagnare al pronto soccorso e vedere cosa cavolo mi sono fatto; risultato: perone rotto, distorsione della caviglia e lesione di un tendine della caviglia...»
Sulle orme dell’impresa del ’59
Con queste parole Matteo Bernasconi annuncia sul proprio blog l’infortunio che, da pochi giorni, ne mette in forse la partecipazione ad uno degli eventi clou della stagione 2014 organizzati dai Ragni della Grignetta: salire il versante nord del Cerro Torre in Patagonia, seguendo la linea della via del ’59 di Cesare Maestri.
In realtà c’è stata sì una frattura, ma meno grave di quanto inizialmente si era pensato. Così Matteo ha detto che ci proverà. Toglierà il gambaletto e tornerà ad allenarsi per raggiungere i suoi compagni di cordata in Patagonia quanto prima. Intanto l’11 gennaio partirà Davide Spini, compagno di cordata di Bernasconi, mentre Matteo Della Bordella, Luca Schiera e gli altri partiranno il 13 gennaio. Il loro obiettivo è sempre lì: a quarant’anni dalla spedizioni di Ferrari.
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