Cronaca / Merate e Casatese
Lunedì 25 Novembre 2013
Lecco: la vertenza Bessel si complica
Mobilità più vicina per ventotto
Fim e Fiom cercano una strategia condivisa per una soluzione
Al Pirellone un incontro su incentivi all’esodo e altre ipotesi
Tempi stretti per disegnare un piano di salvataggio dedicato ai 28 dipendenti che lavoravano alla Bessel Candy di Santa Maria Hoé e che ora rischiano di entrare in mobilità.
I dipendenti della Bessel hanno seguito strade diverse. Alcuni, 60 per la precisione, sono stati riassunti dalla casa madre, la Candy di Brugherio e sono già in forza nello stabilimento monzese, anche se la gran parte dei lavoratori sta sfruttando un contratto di solidarietà per far fronte al calo del lavoro, dovuto sia alla crisi del settore elettrodomestico, sia alla delocalizzazione di alcune produzioni in Cina, dove Candy ha aperto stabilimento.
Per altri 61 ex dipendenti di Bessel Candy l’azienda ha avviato una procedura di cassa integrazione straordinaria, che segue a un percorso di contratto di solidarietà, durato due anni. Per loro l’ammortizzatore sociale avrà durata biennale solo se parte delle persone coinvolte riuscirà nel primo anno a trovare un altro posto di lavoro. Restano invece senza una prospettiva di sostegno economico 28 dipendenti che avevano già usato la cassa integrazione. Per loro è stata aperta la procedura di mobilità che sarà attivata a inizio 2014 se le parti sociali non troveranno un accordo diverso.
A tal proposito la scorsa settimana i sindacalisti della Fiom Cgil e della Fim Cisl hanno cercato di trovare un’intesa, ma con scarsi successi, dal momento che non esiste ancora una strategia definita per sostenere questi 28 dipendenti. Più nel dettaglio saranno i sindacalisti a spiegare ai dipendenti l’esito di quell’incontro, e lo faranno nel corso di un’assemblea che è stata convocata questa settimana. Quindi, la fase più complessa per chiudere la vertenza Bessel Candy non è ancora stata superata e con ogni probabilità i sindacati attenderanno l’incontro dell’undici dicembre al Pirellone per cercare una mediazione.
La legge impone che le parti si incontrino in Regione alcuni giorni prima dell’avvio effettivo della mobilità, nel tentativo di trovare una mediazione rispetto a incentivi all’esodo o soluzioni alternative all’espulsione dall’azienda. Molto chiaro il pensiero della Fiom Cgil che non ha alcuna intenzione di firmare l’accordo di esodo, dal momento che ritengono che questo suonerebbe come una discriminazione per quei lavoratori che non hanno avuto la possibilità di restare in Candy o di avere accesso ad altri ammortizzatori sociali. L’incontro dell’11 dicembre potrebbe essere l’ultima occasione per salvare i 28 ex dipendenti dell’azienda dalla mobilità.
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