Cronaca / Lecco città
Sabato 12 Ottobre 2013
Lecco, vertenza Arlenico
«Impegnati a salvare la fabbrica»
Giovanni Maggi: «Confindustria Lecco segue con attenzione tutti i passaggi della vicenda»
«Se ci sarà una cessione, pronti ad intervenire. Serve un acquirente con un’acciaieria»
A Lecco si può fare qualcosa per l’Arlenico? La domanda deriva dalla consapevolezza che la partita dentro la quale si gioca il futuro del laminatoio lecchese si gioca su altri tavoli.
Sono i tavoli nazionali ed europei sui quali ci si confronta su peso e ruolo della siderurgia italiana. Sono le partite che riguardano le prospettive del gruppo Lucchini - con in primis Piombino - e dell’Ilva. Ci sono in ballo migliaia di posti di lavoro e scelte di politica industriale che avranno conseguenze e ricadute su tutta l’economia italiana: la produzione siderurgica è strategia per quasi tutti i settori manufatturieri.
Torniamo alla domanda da cui siamo partiti: a Lecco si può fare qualcosa? «Va subito chiarito - spiega Giovanni Maggi, presidente di Confindustria Lecco - che sulle vicende della Lucchini e dell’Ilva, Confindustria svolge un ruolo di pressing continuo sul governo, anche contando sugli ottimi rapporti personali tra Giorgio Squinzi e il presidente Letta. E Lecco, come territoriale interessata in modo diretto alle due vicende, è informata passo per passo sugli sviluppi. Tengo a ribadirlo: ci siamo e abbiamo un ruolo attivo sulle partite che si stanno giocando. E chi sostiene il contrario - sottolinea Maggi - o lo fa in malafede, o non conosce i meccanismi che muovono Confindustria e l’impegno di lobbing che portiamo avanti a tutela dell’imprenditoria. E’ il nostro ruolo in tutti i contesti in cui siamo presenti, sia a livello nazionale sia a livello territoriale».
Ma l’Arlenico può essere salvato? «Al di là della nostra azione sui tavoli nazionali - nota Maggi - un intervento diretto in questa fase è difficile. Ma nel momento in cui a livello di gruppo Lucchini, si decidesse per una vendita spezzatino delle singole aziende, allora Confindustria Lecco potrebbe verificare se ci sono aziende interessate a rilevare il laminatoio lecchese. Non è facile, perché bisogna trovare un’industria che disponga di un’acciaieria, che quindi dal punto di vista produttivo sia integrata a monte. E’ una condizione necessaria per garantire la fornitura di materia prima al laminatoio. Va anche specificato che la produzione dell’Arlenico ha un buon livello qualitativo. E questo è senz’altro un punto a favore dell’impianto lecchese,. E che potrebbe facilitare la ricerca di un acquirente».
Il presidente di Confindustria Lecco non nasconde che se l’Arlenico dovesse cessare l’attività, nascerebbero molti problemi di approvvigionamento per numerose imprese lecchesi. Diventa quindi strategico l’impegno per salvaguardare l’impianto produttivo dell’Arlenico. E le stesse difficoltà nascerebbero dalla chiusura della Riva Acciaio di Annone. Un’ulteriore conferma di come vicende a carattere nazionale, che sembrano lontane dal nostro territori, possono incidere sull’attività delle nostre imprese. «E’ evidente - puntualizza il presidente di Confindustria Lecco - che, se viene a mancare la materia prima dell’acciaio, ad un’intera filiera di produzione si rischia di fare uscire il Paese da settori strategici come la siderurgia, la meccanica e la componentistica. La perdita di competitività di questi settori è perdita di competitività dell’Italia intera».
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