Cronaca / Lecco città
Sabato 09 Novembre 2013
Lecco, la tragedia di Pontida
Lo sconcerto dei pendolari
Sulla linea per Bergamo lamentano continui disservizi. Sotto choc il macchinista che lavora sulle linee lecchesi: «Non è sua la responsabilità»
LECCO
Sconcerto e incredulità, questo è lo stato d’animo dei pendolari lecchesi per la tragedia di Pontida dove il treno ha investito l’ambulanza due giorni fa causando due morti.
Soprattutto è sotto choc il giovane macchinista che era alla guida del treno. Francesco Di Bello è in forza al deposito di Lecco ormai da tempo, lavora sulle linee lecchesi, bergamasche, milanesi, a volte sulla linea verso Brescia.
«Il nostro associato – dice Pasquale Rusconi, delegato lecchese del sindacato Or.S.A, Organizzazione sindacati autonomi di base, uno dei più forti tra i lavoratori di Trenord – è rimasto in questura fino a tardi ieri sera ed oggi si trova a casa. Non sono ancora riuscito a contattarlo, perchè ha staccato il telefono, ma la sua posizione è sicura, è a posto al centocinquanta per cento.
Ha espletato tutte le funzioni che doveva fare e perchè il passaggio a livello si sia alzato indebitamente al momento non si sa ancora.
A bordo – dice ancora Rusconi, che è macchinista – abbiamo delle apparecchiature che se arriva il segnale che i passaggi a livello non sono disposti al via libera porta il treno in frenatura. C’è da fare chiarezza su cosa sia andato storto».
Sulle linee lecchesi, a detta dei sindacalisti, non ci sono particolari problemi legati ai passaggi a livello:
«Adesso ci sono le indagini in corso e la vicenda è molto delicata – sostiene il delegato della Filt Cgil di Lecco, Mariano Chierchia - ma non ci risulta che ci siano problemi particolari in questo settore».
L’incidente ha sollevato le rimostranze del comitato pendolari più direttamente interessato alla linea Lecco-Bergamo, che lamentano continui disservizi: «Denunciamo per l’ennesima volta i pesanti disagi che ogni giorno dobbiamo subire a causa di guasti alla linea, alle infrastrutture o al materiale viaggiante o i ritardi dovuti a inefficienza nell’organizzazione degli orari: spesso ci si trova fermi in “aperta campagna” per decine di minuti senza che nessuno spieghi il motivo – sostiene per il gruppo pendolari Lecco-Bergamo Mattia Morandi - Auspichiamo pertanto che si definiscano chiaramente le competenze e le responsabilità di questa incresciosa situazione oltre ovviamente a risolverle sul piano pratico».
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