Cronaca / Oggiono e Brianza
Venerdì 26 Giugno 2015
Lecco. Tessile: consulenze
per spingere l’export
Banca Intesa organizza un servizio di assistenza alle imprese che guardano ai nuovi mercati
L’imprenditore Piercarlo Viganò: «Un’iniziativa che porterà beneficio alle aziende che ne approfitteranno»
Servizi di consulenza specialistica, tre piattaforme web per favorire incontri di business, un percorso di formazione sull’internazionalizzazione e il commercio estero sono i punti principali del nuovo accordo siglato tra banca Intesa Sanpaolo e Smi-Sistema Moda Italia.
Il nuovo accordo firmato da Stefano Barrese (responsabile area marketing della divisione banca dei territori per Intesa Sanpaolo) e dal presidente di Smi Claudio Marenzi rafforza una precedente intesa triennale e si propone di sostenere le imprese nel trovare nuovi spazi di mercato per la vendita di made in Italy nelle aree a crescente capacità di spesa. Nell’Italia alle prese con la crisi dei consumi le imprese del tessile abbigliamento crescono solo se esportano «in particolare nei Paesi a maggiore reddito come gli Usa, dove i produttori italiani di settore già nel 2014 sono stati in grado di conquistare nuovi spazi di mercato anche in presenza di un cambio forte dell’euro».
Per lo sviluppo di progetto di internazionalizzazione Intesa Sanpaolo ha stanziato un plafond di mezzo miliardo di euro e ora, col nuovo accordo, per la consulenza specialistica la banca assiste le imprese sull’internazionalizzazione attraverso una propria struttura specializzata sulle cinque aree delle Americhe, dell’Asia e Oceania, della Cina, Emea (Europa, Medioriente e Africa), dell’Est Europa.
Nei grandi gruppi bancari cresce la proposta di sostegno all’internazionalizzazione delle aziende con buona redditività e le imprese più strutturate apprezzano, a differenza delle piccole, soprattutto artigiane, che nel tessile moda ci spiegano che se vogliono internazionalizzarsi devono fare da sé.
«Non mi unisco al coro di denigrazione sul fatto che le banche non finanziano le imprese. Le banche serie – dice Piercarlo Viganò, imprenditore tessile alla guida della storica società per azioni di famiglia con sede a Nibionno e presidente della fiera comasca “Proposte” - hanno comportamenti estremamente corretti ed erogano credito pur con tutte le preoccupazioni che il momento difficile richiede. Credo che la nuova iniziativa di Intesa porterà benefici, tutto sta nel vedere quante aziende ne avranno bisogno».
«Negli ultimi 4 mesi – dice Giovanni Colombo, consigliere della categoria moda di Confartigianato ora impegnato con la sua azienda, Eurocomfort, nell’espansione in Brasile con mezzi propri – sembra che il credito si sia un po’ risvegliato, visto che con l’iniezione di liquidità della Bce le banche devono cercare di generare utili dando finanziamenti. Ora le banche sono più propense a investimenti di lungo termine ma a fronte di garanzie totali sulle solite cose: gli immobili o le fideiussioni dei soci che si impegnano a dare garanzie personali. Altro che finanziare le aziende attraverso i progetti di crescita. Un’azienda come la mia, che fatica ma al credito riesce ancora ad accedere, può resistere, ma con questo sistema non cresceranno mai le start up. Più che in un cambiamento delle banche credo nello sforzo che possono fare le istituzioni per incentivare il credito».
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