Lecco e Sondrio
Fusione in Confindustria
Avviato il percorso di fusione tra le territoriali, nascerà un’associazione con 850 imprese
«E’ un elemento di innovazione organizzativa»
Da Lomagna a Livigno. La sintesi non è nostra (è di un collega), e aiuta a spiegare cosa sarà la territoriale di Confindustria che nascerà dalla fusione di Lecco e Sondrio.
La fusione tra Lecco e Sondrio farà nascere un’associazione con 850 imprese (600 lecchesi) che, nel complesso, occupano 37mila persone (27 mila i lecchesi). Nella classifica di Confindustria si collocherà al diciottesimo posto, ovvero nella serie A di viale dell’Astronomia (come disegnata dalla riforma Pesenti). A Varenna, Giovanni Maggi e Cristina Galbusera hanno presentato il progetto e il cammino che ancora manca a completare la fusione delle due territoriali. Il percorso sarà anche, forse soprattutto, culturale.
Per evitare che, fin dall’avvio, sorgano ostacoli o fraintendimenti, Maggi tiene a specificare: «Lecco e Sondrio realizzeranno una fusione paritetica, che punta ad esaltare le eccellenze con l’obiettivo di migliorare il servizi e la progettualità per le imprese associate. Da sempre - specifica il numero uno di Confindustria Lecco - sono convinto che lo scambio di conoscenze ed esperienze aiuta a migliorarsi e crescere. E’ con questo spirito che lavoriamo alla fusione delle due territoriali».
Maggi e Galbusera ricordano che il Lecchese e la Valtellina sono legate da una storia comune, così come sono numerosi i problemi che condividono: infrastrutture, uso e consumo del suolo, distanza dai principali hub di collegamento con il resto d’Europa. In sostanza - come ripete Maggi - «siamo due territori piccoli che per non spegnersi devono pensare in grande. E questo progetto di unione delle due territoriali vorrebbe anche essere un modello da un lato per la politica, dall’altro per le imprese alle quali continuiamo a ripetere che devono sperimentare nuovi modelli organizzativi, come ad esempio le reti. Ebbene, noi abbiamo deciso di fare rete. E’ un’innovazione organizzativa, un investimento e come tale ha dei margini di rischio. Ma siamo tutti imprenditori, abituati a confrontarci con l’alea».
© RIPRODUZIONE RISERVATA