Cronaca / Lecco città
Martedì 07 Ottobre 2014
Lecco: i sindacati cercano
un’unità d’azione
Jobs act, articolo 18 e rapporto con il Governo: i temi del confronto tra le tre confederazioni
La Cgil: «Da Lecco già cinquecento adesioni alla nostra manifestazione», anche la Cisl si mobilita
Dopo il primo incontro di ieri mattina fra Governo e sindacati sulla riforma del lavoro, l’attenzione di Cgil, Cisl e Uil lecchesi è puntata sugli effetti che causerà nelle aziende locali il jobs act su cui oggi il Governo chiederà la fiducia al Senato, rinviando la definizione dei contenuti ai decreti attuativi a fine mese.
L’incontro di ieri ha confermato la distanza fra Governo e sindacati sull’abolizione parziale dell’articolo 18 che secondo il piano del Governo prevede il reintegro solo per discriminazione e licenziamenti disciplinari. Distanza anche sul salario minimo, sui contratti aziendali (no dalla Cgil, sì della Cisl, sì ma solo per grandi aziende dalla Uil), al Tfr in busta paga sul quale le tre sigle chiedono libertà di scelta dei lavoratori purché non si aumenti l’attuale tassazione (che è al 23%) del Tfr.
A respingere il piano è la Cgil che a Lecco fa sapere di avere già richieste da 500 iscritti (“10 pullman”) per andare alla manifestazione nazionale sabato 25 e che in queste ore partecipa alla pressione sulla scelta del voto di fiducia. Voto che per il segretario generale provinciale Wolfango Pirelli è «uno strappo inaccettabile su un punto delicato come l’art. 18. Mettere la fiducia significa sbarrare la strada a ogni discussione parlamentare. Perciò a Lecco abbiamo già diffuso nelle fabbriche ordini del giorno da discutere coi lavoratori».
Ieri nell’incontro nazionale «il presidente del Consiglio è stato assolutamente indisponibile a qualsiasi confronto col sindacato, perciò – aggiunge Pirelli - il nostro giudizio sui provvedimenti per il lavoro resta negativo, a partire dall’art. 18 dove le eventuali aperture sui licenziamenti per questioni disciplinari non risolvono il vero problema dei licenziamenti per ragioni economiche».
Su alcuni punti di distanza con Cisl e Uil Pirelli aggiunge che «dobbiamo tener aperte il più possibile alcune iniziative comuni in corso, per il resto lavoreremo insieme il più possibile per convincere gli amici della Cisl che l’art. 18 è un punto dirimente, ma se non riusciremo è giusto che ognuno si giochi le proprie carte di mobilitazione».
«Anche se – dice il segretario generale aggiunto della Cisl provinciale Valerio Colleoni – trovo positivo che si sia aperto un tavolo col Governo con un prossimo incontro fissato per lunedì 27 (sulla legge di stabilità, ndr) è evidente che il voto di fiducia, oggi al Senato, blocca di fatto il testo della riforma. Ora – aggiunge – anche a Lecco ci organizziamo per la nostra mobilitazione della Cisl nazionale, sabato 18, considerando che fra sindacati continueremo a confrontarci ma dove non ci troveremo d’accordo faremo iniziative diverse».
«Sono molto preoccupato per la situazione generale – dice il segretario generale della Uil provinciale Carmelo Orlando – e per il fatto che Renzi voglia decidere come un uomo solo al comando su un tema come la riforma del lavoro. In realtà non si confronta con le parti sociali e questo è inaccettabile. Il problema vero – aggiunge – non è l’art. 18, piccolo deterrente per i datori che vogliano passare col semaforo rosso, ma come si fanno le tutele crescenti e come estenderle a chi oggi di tutele proprio non ne ha. Su questo - conclude Carmelo Orlando - il Governo non è chiaro, mentre insiste sulla contrattazione aziendale che non ci sta bene se è voluta per superare i contratti nazionali».
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