Cronaca / Lecco città
Lunedì 11 Novembre 2013
Lecco: Russia e Cina
Nuove frontiere per l’export
I mercati europei non bastano più alle imprese
Confindustria organizza un incontro sui Brics
«L’estero è un processo che un’azienda non prepara dall’oggi al domani, ma in anni di internazionalizzazione. Ciò tuttavia – afferma il presidente di Confindustria Lecco Giovanni Maggi - non significa che aziende che hanno quote di internazionalizzazione basse o lavorano poco con l’estero non debbano fare sforzi per crescere».
Anche a questo servirà la 18ma edizione dei convegni internazionali di Confindustria Lecco di lunedì 18, servirà a spiegare che, al di là delle dimensioni aziendali, l’estero è «una strada obbligata», dice Maggi, ma anche «possibile per molte aziende, visto come sta andando l’economia interna. Se non si entra nell’ottica di spingere sui mercati internazionali – aggiunge – i problemi per le aziende aumenteranno». Maggi sa bene che «internazionalizzarsi in modo serio costa molto», un ostacolo non da poco per le piccole aziende che tuttavia possono – aggiunge - «fare rete per avere più massa critica e maggiori economie di scala in grado da alleggerire il peso economico per singola azienda».
Nel convegno di quest’anno che – sottolinea il responsabile internazionalizzazione di Confindustria Riccardo Riva - «per peso specifico dell’iniziativa viene subito dopo l’assemblea annuale associativa», il tema saranno i nuovi mercati.
“Brics sì, Brics no. Scenari, trend, focus Russia e opportunità per le imprese” è il titolo dato alla conferenza con un accento speciale sulla Russia, Paese in questi giorni al centro di un altro importante forum che si è svolto in Bocconi organizzato da CreSv Bocconi (il centro ricerche su sostenibilità e valore) insieme a Moscow Exchange e General Invest.Nella conferenza internazionale Confindustria quest’anno sposta dunque lo sguardo fuori dai confini europei.
«L’export verso l’Europa – chiarisce Riva – è predominante, e ricordo l’eccellenza dei distretti industriali in Europa, mercato che ha le criticità a tutti note ma che rimane di primaria importanza. Tuttavia – aggiunge – vogliamo dare alle nostre aziende associate uno spaccato della situazione internazionale confrontandoci su quanto i Brics, mercati assai diversi fra loro, continuino ad essere strategici».
Su quanto le grandi economie fuori dall’Ue possano essere avvicinabili anche per i piccoli che vorrebbero ma dubitano delle loro reali possibilità l’imprenditore dice che «senza internazionalizzazione lo sviluppo di un’azienda che si basa solo sul mercato domestico può essere complicato. Internazionalizzare non significa necessariamente andare a creare costose infrastrutture all’estero, può anche essere la decisione di prendere un aereo e andare a cercare clienti o possibilità dove ci sono, far muovere fuori dall’Italia i propri venditori o responsabili commerciali. Capisco – dice Riccardo Riva – che una piccola azienda non può armarsi e partire alla conquista sui due piedi, ma ciò non significa che debba rinunciare. Propensione al rischio e apertura sono elementi fondamentali di successo all’estero».
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