Cronaca / Circondario
Sabato 31 Maggio 2014
Lecco: ruolo sociale dell’agricoltura
Arriva una legge di sostegno
Ospite a Lecco, Massimo Fiorio, vice presidente della commissione agricoltura della Camera, ha spiegato i contenuti della proposta di legge sull’agricoltura sociale
«Un fenomeno che nel nostro Paese sta crescendo, un modello di welfare autogestito e produttivo che ora necessita di una legge quadro anche per intercettare risorse provenienti dalla comunità europea».
Così il vice presidente della commissione agricoltura della Camera, Massimo Fiorio, ospite di un incontro organizzato dalla Casa don Guanella di Lecco, ha spiegato le ragioni che stanno alla base della proposta di legge sull’agricoltura sociale di cui è primo firmatario e che il Parlamento dovrebbe varare entro l’estate.
La provincia lecchese vanta già alcune realtà di prim’ordine come la Cascina Don Guanella di Valmadrera, la Cascina Bagaggera nel parco di Montevecchia e la cooperativa sociale Solidarietà di Galbiate, tre esempi concreti di come oggi l’agricoltura sociale non rientri più esclusivamente nella dimensione volontaristica legata al recupero di persone in difficoltà, ma ha tutte le carte in regola per essere un volano economico importate.
«Questa legge vuole offrire un quadro realistico di ciò che l’agricoltura può e deve essere oggi - sottolinea Fiorio -. Il nostro Paese deve riscoprire il settore primario, deve riscoprirne le potenzialità a cominciare dal connubio fra dimensione produttiva, spesso di altissima qualità, e dimensione sociale». Un modello, quest’ultimo, perfettamente rappresentato dalle cascine sociali. «Le cascine - ricorda l’onorevole - storicamente sono questo, non sono solo luoghi di produzione, ma anche luoghi di rapporti umani, di solidarietà e di affetti. Forse influenzati da un’idea di agricoltura legata esclusivamente alla produttività, abbiamo perso di vista questo aspetto. Va quindi riconosciuta alle cascine sociali la capacità di riscoprire una dimensione già insita nel mondo agricolo».
Altro aspetto che la proposta di legge mette in evidenza è il legame con il pubblico e in particolare con i settori delle istituzioni che si occupano di servizi sociali.
«Siamo in una fase - conclude Fiorio - in cui questa dimensione volontaristica, legata alle capacità delle singole esperienze, sta compiendo un importante salto in avanti. L’agricoltura sociale consente, infatti, anche attraverso il rapporto con le istituzioni e le realtà socio assistenziali di compiere percorsi di recupero al termine dei quali soggetti svantaggiati diventano veri e propri soggetti produttivi, una condizione che permette di usufruire di una lunga serie di strumenti che la comunità europea mette a disposizione. La legge ha quindi l’obiettivo di rendere ciò possibile, creando una situazione più omogenea ed evitando le storture burocratiche e normative che inevitabilmente si creerebbero lavorando su più livelli».
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