Lecco. Riello: trattative con i tedeschi
Chiesto un incontro in Regione
I timori del sindacato, che non ha aggiornamenti sulla vicenda
Proseguono i percorsi di riqualificazione per gli ex dipendenti
Niente nuove, cattive nuove nella vicenda della Riello, che a Lecco ha un’unità in via Risorgimento, mentre a Morbegno c’era una sede produttiva dove lavoravano anche operai lecchesi.
L’assenza di novità dal fronte Viessmann , il gruppo tedesco interessato all’acquisto del ramo delle caldaie di Riello preoccupa sempre di più i sindacati attivi al fianco dei lavoratori.
«Se ne parla dal 2013, si aspettano novità di mese in mese, ma non ci sono notizie di un passaggio definitivo: per questo motivo abbiamo inviato una richiesta d’incontro a Regione Lombardia, in modo da poter incontrare istituzioni e rappresentanti dell’azienda - spiega il segretario della Fim della Valtellina Davide Fumagalli, impegnato nella fabbrica di Morbegno insieme a Marina Pensa (Cgil) -. Al momento non abbiamo informazioni ufficiali. Ma più il tempo passa, più siamo preoccupati. La principale esigenza è poter mantenere e successivamente aumentare il numero di lavoratori a Morbegno. Nel giro di poco si dovrà sapere se il progetto andrà in porto. Noi, lo dobbiamo ribadire, siamo preoccupati».
La questione è molto complessa: al centro dell’attenzione ci sono questioni finanziarie e industriali.
«A Milano - spiega il sindacalista - chiederemo di chiarirci non soltanto il ruolo di Viessmann, che abbiamo ritenuto un soggetto molto qualificato per garantire l’attività della fabbrica di Morbegno, ma anche più in generale il futuro dello stabilimento. Un sito produttivo che ha pagato un prezzo altissimo».
I numeri parlano chiaro: dopo un calo continuo - in passato c’erano oltre cinquecento lavoratori - a fine agosto si sono persi cento posti con il licenziamento di altrettante persone che ora sono in mobilità. Ora ci sono circa cento lavoratori ancora legati alla società veneta.
Intanto prosegue il percorso dedicato alla formazione e alla ricollocazione degli operai in mobilità. È stato presentato alle associazioni delle imprese e a venticinque ex dipendenti interessati al museo civico di Morbegno.
«Vogliamo costituire una rete del mondo economico-produttivo del territorio che operino in sinergia sul fronte del mercato del lavoro territoriale individuando le priorità professionali più richieste ed approntare di conseguenza progetti mirati alle specifiche esigenze delle aziende utilizzando lo strumento messo in campo da Regione Lombardia», ha aggiunto Davide Fumagalli.
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