Cronaca / Lecco città
Sabato 16 Novembre 2013
Lecco: progetto Leuci
I lavoratori non si fermano
Delegati sindacali a colloquio con l’assessore Volontè
«Il progetto è valido e concreto, va realizzato»
Leuci e adesso? I delegati sindacali - Germano Bosisio, Giancarlo Papini e Maurizio Esposito - sono andati da Armando Volontè (assessore comunale alle Attività economiche) per capire perché il progetto è fallito.
Perché? I motivi si possono riassumere nel mancato incontro tra domanda e offerta, tra quanto Giuliano Pisati (titolare del gruppo Relco e quindi di Leuci) chiede, per vendere o affittare una parte dell’area di via XI febbraio, e quanto sono disposte ad offrire le cinque aziende interessate ad entrare nell’area.
Questo è passato. E ora? E’ la domanda del giorno dopo. «Noi andiamo avanti. Non vogliamo- spiegano i delegati - limitarci a prendere atto che la Leuci è finita».
I delegati continuano: «In via XI febbraio c’è uno spazio di 19mila metri quadrati da riempire. E se non ci riusciamo sarà un fallimento per tutti. Per il Lecchese, per l’industria, e per le prospettive economiche e di lavoro. Per questo - continuano i componenti delle rsu Leuci - invitiamo le istituzioni, a cominciare dalla Camera di commercio, e le associazioni d’impresa a sostenere il progetto».
Che la cittadella della luce sia un’occasione (persa?) l’ha sottolineato anche Volontè. «Il progetto su via XI febbraio ha trovato la parola fine - ha detto l’assessore - ma noi continuiamo a credere in questo metodo di lavoro. Le imprese manifestano l’esigenza di fare rete. E ripetono che il futuro della nostra manifattura si costruisce in un rapporto stretto con la ricerca, e nella sinergia tra aziende. Era il modello che volevano realizzare nella cittadella della luce. Resta la rete di collaborazioni tra i soggetti del territorio». Volontè ha anche usato l’immagine del seme - potevano essere i primi insediamenti della cittadella della luce - che poi avrebbe potuto generare una foresta.
Fuor di metafora, le aziende sono consapevoli che per reggere bisogna portare sui mercati prodotti innovativi e di qualità, come dire che bisogna investire su ricerca e sviluppo. Un percorso che le piccole e medie imprese possono seguire mettendosi in rete tra loro e con i laboratori attivi nel territorio. In questo modo si può realizzare un ambiente favorevole e attrattivo per le aziende innovative. E in un contesto “adrenalinico” scatta lo spirito emulativo tra aziende. E’ l’economia della conoscenza che obbliga a ripensare i comportamenti, ad abbandonare abitudini e modi di fare. E, forse, la cittadella della luce avrebbe potuto contribuire a questo progetto di nuova manifattura. Resta il metodo che potrà essere riproposto in altri casi o momenti. Non solo in funzione difensiva.
E gli ottanta dipendenti di Leuci? Dal primo gennaio saranno in mobilità. Nel frattempo, cercheranno di riorganizzarsi dopo la batosta di giovedì per capire come muoversi e a quali strumenti far ricorso per non far morire il progetto della cittadella della luce.
I lavoratori ne parleranno nell’assemblea, convocata lunedì 18 (dalle 13 alle 15) in fabbrica. Resta la voglia di non mollare. Fino a quando?
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