Cronaca / Lecco città
Mercoledì 14 Gennaio 2015
Lecco. «Produzioni green e innovative
Così l’area Leuci può rivivere»
Presentato il progetto di re-industrializzazione di via XI Febbraio
Tra gli imprenditori interessati anche Mario Goretti della Agomir
Una strategia in sette punti per la “CittadellaLuce”, il progetto promosso dagli ex dipendenti Leuci, storica fabbrica di lampadine che ha chiuso i battenti un anno fa, e da associazioni del territorio con l’obiettivo di creare sull’area di 19mila metri quadrati un “polo della ricerca applicata e dell’innovazione manifatturiera”.
Il progetto è molto ampio e con la sua presentazione ieri alla stampa, con relativo dettaglio dei costi, ora parte la ricerca di imprese, professionisti e soldi necessari per realizzarlo.
In proposito spunta qualche nome, come la Agomir di Mario Goretti con un progetto di acquacoltura su circa mille metri quadri.
A illustrare l’intero progetto è stato Germano Bosisio, già parte della Rsu aziendale.
Al primo posto c’è l’inserimento nel corpo principale dell’area (7500 mq) di circa venti centri ricerca attivi nelle filiere produttive locali che, con la costituzione di microconsorzi, diano il via a produzioni a “consumo zero su vent’anni”. Fra i temi in proposito ci saranno operazioni di reimpiego nel ciclo dei rifiuti e dell’impatto ambientale, dell’energia. Sul medio periodo di cinque anni si punta a coinvolgere fra le 50 e le 80 aziende, suddivise in gruppi di 4-10 aziende per ogni area tematica guardando a un marchio di sostenibilità “cittadellaluce” «che possa essere speso – è stato spiegato – anche a livello internazionale».
Sul coinvolgimento occupazionale si pensa anche a ricercatori (da 2 a 4 per ogni tematica), con un’ipotesi di 50-100 ricercatori a regime; si cercheranno inoltre macchinari e impianti, si stanziano risorse per un affitto annuo, con ipotesi di 20mila euro per lotti da 400 metri quadri, e si stimano costi fissi fra i 100 e i 150mila euro l’anno a lotto, da ripartire sulle aziende parte del mini consorzio.
Circa le tematiche, domineranno quelle legate a energia, cibo e ciclo rifiuti su cui gli istituti di ricerca del territorio sono invitati a orientare attività.
Una cooperativa di service, “ExFile”, si occuperà di assemblaggio, prototipi e piccole produzioni e lavorerà «collegata – spiegano gli organizzatori – direttamente ai centri di ricerca con prevalenza di lavoratori ex Leuci e come base per la ricollocazione di professionalità collegabili agli obiettivi», cioè dai 30 ai 100 lavoratori in 5 anni, inclusi «giovani e ospiti di comunità sui servizi accessori».
Ad essere chiamata in causa ieri è stata anche la «responsabilizzazione del territorio» attraverso incentivi di defiscalizzazione di oneri sociali, urbanistici e tassazione per i primi 5 anni. Ma si è parlato anche del lancio di un’obbligazione a impatto sociale a 20 anni, dell’opportunità di aderire ai bandi europei di Horizon per l’innovazione. E, ancora, un ufficio comunicazione che tenga le fila della sensibilizzazione verso la cittadinanza e le forze economiche e sociali, della creazione di un’agenzia di marketing territoriale giovanile e, non certo ultimo, dell’acquisizione completa dell’area, che il Pgt ha voluto mantenere come area produttiva.
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