Cronaca / Lecco città
Giovedì 25 Giugno 2015
Lecco pioniere di Expo
grazie all’ Icam
A Cascina Triulza l’esempio dell’azienda che cresce ed esporta sostenendo anche i produttori
Angelo Agostoni: «La qualità per noi è importante. Ma anche le condizioni di vita dei nostri contadini»
Expo mette in collegamento i popoli per un nuovo modello di imprese e società. A Lecco c’è chi lo sta già facendo, da un pezzo. E ha avuto la ribalta nazionale.
Per Icam - l’azienda lecchese che ha realizzato uno stabilimento all’avanguardia a Orsenigo - una soddisfazione quella messa in vetrina ieri alla Cascina Triulza, lo spazio della società civile.
Una società di circa 120 milioni di fatturato, che esporta sempre più e che lavora il cacao in diversi punti del pianeta: importante, eppure non basta per avere il bollino del vero messaggio di Expo. La sostenibilità. Ambientale, come pure sociale.
Così ieri l’azienda - rappresentata dal presidente Angelo Agostoni - è stata indicata come un modello proprio per la visione di squadra: non guadagna uno, e ci perde l’altro. La ricaduta dev’essere su tutti, a partire dai coltivatori.
Il caso portato all’attenzione ieri era quello dell’Uganda. Da tempo c’era il solito, e rispettoso rapporto con il Sudamerica.
Ma nel 2010 Agostoni va nell Paese ricordato da Filippo Ciantia, responsabile del cluster cacao come «la perla dell’Africa »(definizione di Churchill).
Il segreto è non comportarsi da padroni, bensì lavorare insieme. Per riqualificare, perché il cacao ugandese non era di buona qualità.
«Da sempre seguiamo la filiera in modo completo - ha rammentato Agostoni - dalla coltivazione delle fave di cacao fino al prodotto finito. Qui abbiamo dato vita a un progetto per i produttori di Bundibugyo,migliorando in cinque anni le loro condizioni di vita a livello sociale ed economico e creando una materia prima di alta qualità».
Fabio Giomo, che ha curato la nascita del progetto, ha ricostruito le tappe, anche il supporto di un peruviano arrivato in terra africana, capace di spiegare a gesti come fare. E di stabilire una profonda empatia tra nazioni, tra popoli: trasmettendosi conoscenza, per crescere insieme. Concetto ribadito dall’ugandese Patrick Murungi.
Di qui il pubblico encomio del professor Andrea Perrone, ordinario di Diritto commerciale alla Cattolica: «Icam è un esempio chiaro di impresa sociale. Mira all’efficienza economica e nel contempo cambia il contesto sociale in cui opera».
Con una precisazione: «Non si tratta di un modello buonista, ma è un modello che distribuisce le risorse e in particolare il profitto tenendo in considerazione tutti i fattori coinvolti nell’attività produttiva, senza limitarsi alla remunerazione del capitale».
Tra i presenti, diversi comaschi. A partire da Antonello Regazzoni, direttore di Unindustria Como, che commenta: «Essere qui e vedere riconosciuto il modello di Icam all’Esposizione universale è motivo di grande orgoglio per noi».
Un messaggio che ieri è stato gustato da tutto il mondo. Anche perché gli chef continuano con lo showcooking. Cacao ugandese, ma ricette locali e nei giorni scorsi un incontro insieme a un’altra azienda del territorio, Caffè Milani.
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