Cronaca / Lecco città
Giovedì 22 Maggio 2014
Lecco: un nuovo corso economico
I segnali di risveglio ci sono
Il miglioramento della produzione anche se lento dura da mesi con incremento, nel primo trimestre, del 2,6% per l’industria e dell’1,9% per l’artigianato, oltre che per ordini e fatturato
Già nei giorni scorsi i risultati dell’indagine congiunturale della Camera di Commercio di Lecco hanno confermato una «ripresa ancora timida – aveva commentato il presidente Vico Valassi –, che deve ancora rafforzarsi e prendere uno slancio robusto».
Il miglioramento della produzione, tuttavia, anche se lento dura da mesi con incremento, nel primo trimestre, del 2,6% per l’industria e dell’1,9% per l’artigianato, oltre che per ordini e fatturato. Ora, a confermare che il 2014 sembra essere l’avvio di un ciclo di ripresa ci sono i dati dell’85° Rapporto dei Settori Industriali realizzato da Intesa Sanpaolo e presentato martedì scorso a Milano.
Sono dati nazionali ma segnano un solco in cui le imprese lecchesi della meccanica si inseriscono a pieno titolo, come ci conferma anche il coordinatore del distretto metalmeccanico Giovanni Pastorino.
L’indagine di Intesa Sanpaolo spiega che «l’industria manifatturiera tornerà a crescere nel 2014 (con fatturato a +1,5% in termini reali) per poi registrare ritmi di sviluppo superiori al 2% nel periodo 2015-18». Cinque anni, dunque, durante i quali «si recuperano 80 miliardi di euro di fatturato», anche se sui 180 persi per la crisi fra il 2007 e il 2013.
Le buone prospettive saranno legate alla domanda internazionale, ma anche a una ripresa del mercato domestico, fermo restando un tasso di cambio meno penalizzante «e una domanda mondiale e interna più orientata verso prodotti di qualità», fattori che «consentiranno a un nucleo forte di imprese italiane di esprimere al meglio il proprio potenziale».
Nucleo forte dato da quelle aziende che hanno attraversato gli ultimi dieci difficili anni con la capacità di far fronte alle trasformazioni imposte dalla crisi da cui sono uscite «più piccole ma più competitive», superando un processo di selezione che, spiega l’indagine, proseguirà anche nei prossimi anni.
«In alcuni casi – dice Pastorino – la piccola dimensione è una criticità ma nel nostro distretto abbiamo moltissime aziende che sono riuscite a navigare nella crisi grazie alla piccola dimensione che le ha rese più flessibili e capaci di adattarsi all’economia in cambiamento. La piccola dimensione in un distretto meccanico molto diversificato nei prodotti, unita evidentemente alla velocità nel cambiamento, alle competenze sui prodotti e sul servizio ai clienti, alla capacità di innovare, sono stati fattori vincenti per aziende che ora, ne sono certo, possono inserirsi in quello che ha davvero tutta l’aria di essere un nuovo corso economico, visto che ormai da mesi registriamo nuovi risultati positivi».
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