Cronaca / Lecco città
Domenica 11 Maggio 2014
Lecco: nell’industria
altro trimestre con il segno più
Produzione industriale in crescita del 2,6%. Andamento positivo anche sul mercato interno
Nei primi tre mesi di quest’anno la produzione industriale in provincia di Lecco è cresciuta del 2,6% rispetto allo stesso trimestre del 2013 e ciò accade anche grazie a un po’ di ripresa degli ordini interni. Insomma, pare si stia muovendo anche sul mercato interno, dopo che per mesi gli unici segnali positivi arrivavano dall’export.
Quello lecchese è un dato pari alla crescita media regionale e si discosta poco dalla crescita media delle altre province, tutte comprese fra il 2,8% e il 3,3% tranne Varese, che segna un balzo tendenziale del 6,4%.
Tuttavia, Lecco registra il valore più basso, prima di finire in zona negativa registrata da Monza Brianza e Lodi, entrambe con un calo dello 0,9%.
I dati sono stati diffusi in questi giorni nel corso della presentazione trimestrale della congiuntura economica dell’industria e dell’artigianato manifatturiero realizzata da Unioncamere in collaborazione con Confindustria e con le associazioni dell’artigianato su un campione di 2.700 imprese manifatturiere divise fra industriali (1.509 imprese) e artigiane (1.217).
Come nel quadro lombardo, anche per Lecco gli analisti confermano quella che appare «una ripresa lenta ma stabile, in linea con i risultati positivi registrati a partire dal secondo trimestre 2013». Quindi, seppure con qualche incertezza e con una visibilità che resta limitata, il trend sembra esservi incamminato su un percorso di leggera crescita.
Crescita che comunque avrà bisogno di ulteriori conferme nei prossimi mesi e che, al momento, non ha effetti sui livelli occupazionali.
Per l’industria resta positivo il fatturato rispetto all’ultimo trimestre del 2013, con una crescita dell’1%, mentre il confronto fra il primo trimestre 2014 e lo stesso trimestre del 2013 è decisamente positivo (+4%).
In crescita anche gli ordini su base annua (+ 2,5% per l’interno e +3,7% per l’estero), mentre rispetto al trimestre precedente la crescita è nulla verso l’estero e segna solo un +0,8% per l’interno.
Per l’artigianato il dato provinciale non è ancora disponibile, tuttavia, nella media regionale il manifatturiero di settore segna una variazione tendenziale in crescita dell’1,7% e si allinea invece per il dato congiunturale sulla stessa crescita dell’industria con un +0,6%. Per l’artigianato lombardo è sensibilmente positivo su base annua anche il fatturato (+3,7%), mentre l’incertezza resta sugli ordini interni, che perdono l’1,4% a fronte di quelli esteri che crescono in modo deciso (+6%). Inoltre, dopo tre trimestri consecutivi di crescita per l’artigianato torna a calare il tasso di utilizzo degli impianti che si attesta al 65,4%.
Per l’occupazione l’industria presenta un saldo nullo dovuto all’aumento del tasso d’ingresso (+1,4%) e a un tasso d’uscita che resta stabile. Per la cassa integrazione si registra un lieve calo, visto che scende al 19,9% la quota di aziende che l’hanno richiesta e al 2,3% la quota sul monte ore.
Anche per l’artigianato ci si avvicina al saldo zero, visto che cala il tasso di uscita (dal 2,5 all’1,7%), e il tasso d’ingresso fermo all’1,9%. In calo anche la Cig richiesta dall’11% delle aziende con l’1,6% sul monte ore trimestrale.
E’ un quadro generale che sul futuro in quest’ultima rilevazione di Unioncamere sull’andamento della produzione vede fra gli imprenditori una quota di ottimisti doppia rispetto ai pessimisti e il 55% di loro che prevede stabilità nei livelli produttivi. E migliorano anche le aspettative sull’occupazione, considerate «molto vicine al punto di svolta con un saldo del -2% e ben l’82% degli imprenditori che prevede stabilità».
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