Cronaca / Lecco città
Martedì 08 Ottobre 2013
Lecco: nel corteo Cgil
le facce della crisi
La manifestazione lungo le vie di Lecco per sollecitare interventi di rilancio dell’economia
Il dramma di tanti dipendenti che aspettano mesi per ricevere l’indennità di cassa integrazione
Il corteo sindacale ai tempi della crisi. E’ diverso. E malgrado le bandiere rosse della Cgil, della Fiom e della Fillea, è grigio. Non ha la speranza, la forza e l’entusiasmo - si potrebbe aggiungere l’allegria, ma è scontato che manchi - delle manifestazioni rivendicative degli anni passati.
Il corteo della Cgil che ieri ha attraversato Lecco era in gran parte composto da lavoratori in cassa integrazione e in mobilità, oltre che da delegati sindacali. Non ci sono speranze negli sguardi dei lavoratori che non possono lavorare. Che da mesi sono a casa a riempire giornate tutte uguali e sempre più grigie. Il confine che porta nei bui territori della depressione è a un passo. «I dipendenti della Grattarola di Cortenova - racconta Giuseppe Cantatore, segretario della Fillea-Cgil - da marzo non hanno entrate. Niente. Non sanno più come tirare avanti. La procedura di cassa integrazione non è mai arrivata al ministero e loro da sette mesi sono in attesa dell’indennità di cassa. E la stessa situazione la stanno vivendo i lavoratori della Airoldi Paolo, che da un anno non ricevono niente. Così diventa difficile tenere a freno la rabbia di queste persone».
Il problema non è solo dei lavoratori dell’edilizia e legno (quelli riuniti dalla Fillea-Cgil), perché come fa notare Diego Riva, segretario generale della Fiom-Cgil, «l’indennità della cassa integrazione straordinaria arriva dopo nove mesi. Si capisce che non è semplice tirare avanti per un periodo così lungo senza alcun reddito, mentre bollette, affitti e spesa vanno pagati con puntualità. Non si può pensare di andare avanti così, perché le situazioni si incancreniscono e diventano sempre più difficili da gestire».
Questi sono gli argomenti di cui si parlava al corteo di ieri. Gli anni di crisi sono ormai quattro e tante aziende non hanno retto. Secondo i dati raccolti dalla Cgil di L ecco, i l tasso di disoccupazione dal 2008 a oggi è passato dal 2,6% a oltre il 7% (era il 6,9% a dicembre 2012) e in questo lasso di tempo sono stati bruciati 6 mila posti di lavoro, di cui 5 mila nell’industria, mille nell’edilizia e solo in minima parte questi posto sono stati compensati da una crescita del terziario.
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