Cronaca / Lecco città
Sabato 24 Gennaio 2015
Lecco: «Neanche Internet
batte la burocrazia»
L’83% degli artigiani di Lecco denuncia la complessità nell’utilizzo del web nei rapporti con il pubblico
Ogni impresa spende 36 giorni all’anno per rispondere alle richieste del fisco e degli altri uffici
Nelle micro e piccole imprese la burocrazia frena gli investimenti e lo sviluppo al pari di quanto già facciano la mancanza di ordini e di risorse finanziarie.
Inoltre, quando la burocrazia con pretese di semplificazione passa dall’uso dei servizi online della pubblica amministrazione è caos: su 328 imprenditori lecchesi intervistati in un’indagine di Confartigianato l’83,4% per le pratiche ha utilizzato il web e ritiene che il tempo speso sia troppo (per il 35,9% di loro) e che la mancanza di chiarezza sulle modalità di funzionamento (35,9%) finisca con l’essere disarmante.
Al punto che quasi tutti a Lecco trasferirebbero volentieri in blocco la gestione delle pratiche online all’associazione di categoria.
Per i tre quarti del campione (75,4%), il vero strumento di semplificazione sarebbe l’accollo, da parte dell’associazione, di tutte le loro pratiche di autorizzazioni per fare impresa. In proposito in Confartigianato ci spiegano che dall’Agenzia per le imprese istituita a Lecco un anno fa per aiutare l’avvio di attività, fino a una lunga serie di servizi attivati per assistere le imprese nelle domande online, nella posta certificata e altro, sono ormai numerose le assistenze che l’associazione fornisce.
Quelli su Lecco sono pareri che nell’indagine contano visto che sulle sei province lombarde considerate i lecchesi sono quelli che più utilizzano i servizi internet della pubblica amministrazione.
Dietro Lecco c’è infatti Bergamo (l’81,3% li utilizza, su 406 intervistati), Como (73,8%, su 237), Lodi (76,4%, su 77), Monza Brianza (79,6%, su 117) e Mantova (79,8%, su 91 intervistati).
E ci sono i costi interni ed esterni che le imprese sostengono per gestire gli adempimenti con la pubblica amministrazione. Secondo statistiche già note, pagare le tasse, ottenere certificati e autorizzazioni, partecipare a bandi pubblici sono alcuni titoli di uno stress burocratico che a Lecco nel 2012 è costato alle aziende 159 milioni di euro (l’1,78% del valore aggiunto di industria e servizi) e in Lombardia 4,8 miliardi (1,62% del valore aggiunto).
I dati sono contenuti nell’indagine su “Tempi e costi della burocrazia” realizzata dall’’Osservatorio micro e piccole imprese di Confartigianato Lombardia (base Istat) e mostrano come in Lombardia il 35% delle 1.256 imprese intervistate ritenga che a frenare lo sviluppo d’impresa sia la mancanza di risorse finanziarie (40,4%) unita alla scarsità della domanda (36,8%) e al contesto socio ambientale (23,2%). Ma c’è anche chi ritiene che gli oneri amministrativi e burocratici siano il vero ostacolo alla competitività soprattutto nelle imprese più piccole (34,5%).
Andava così, spiega l’indagine, nel 2011 anche se, considerando il servizio burocratico più usato, quello per il pagamento di imposte e contributi che da solo ha una quota del 32,9% fra le procedure segnalate come più complicate, negli ultimi due anni non è cambiato nulla. Oggi come allora in Italia per adempiere alle procedure un’impresa deve impiegare 269 ore, pari a circa 36 giorni lavorativi. Ciò, secondo rilevazioni sul 2013, contro le 218 ore della Germania, le 167 della Spagna, le 137 della Francia e le 110 del Regno Unito.
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