Cronaca / Lecco città
Martedì 28 Aprile 2015
Lecco. Mercati
La new entry è il Messico
A caccia di nuovi sbocchi commerciali, le imprese lecchesi vi trovano interessanti opportunità
Giovanni Colombo: «Un Paese di grandi possibilità sul quale abbiamo deciso di investire e crescere»
Con circa quattromila procedure di export aperte l’anno scorso dalle imprese lecchesi nei Paesi extra Ue la provincia si conferma, dopo Como e al pari di Varese. Monza e Milano, fra quelle a più alta intensità di vendite all’estero.
Secondo dati Infocamere e Agenzia delle dogane elaborati dall’ufficio studi della Camera di commercio di Milano relativi al 2014, Lecco nel confronto provinciale si mostra dinamica anche su mercati lontani, India e Cina comprese, con numeri in crescita sul mercato del Messico.
Fra le aziende lecchesi più note che hanno stabilito da tempo rapporti solidi col Messico ci sono fra la Atv di Colico, che progetta e produce valvole per impianti petroliferi offshore a grandi profondità, la società di spedizioni internazionali “Fer” di Valmadrera e Agrati Group di Dolzago che con 1.900 dipendenti su 10 siti produttivi in Italia e all’estero produce sistemi di fissaggio per l’industria.
Ma il Messico, considerato un mercato di opportunità facilitate, a differenza del Brasile, da regole non protezionistiche è un mercato possibile anche per le piccole imprese, come mostra l’esperienza di Giovanni Colombo che con la “Eurocomfort” di Casatenovo produce ed esporta prodotti ortopedici, dalla realizzazione del tessuto al prodotto finito e marchiato. In Messico Colombo vende corsetti ortopedici «destinati non tanto al campo dell’ortopedia quanto a quello dell’estetica dopo gli interventi di liposuzione. È un settore in forte crescita».
La sua intera produzione è «una nicchia di mercato – dice Colombo – che ci ha permesso di attraversare la crisi proprio grazie alla quasi totalità della produzione venduta all’estero». Il Messico per Colombo, che lavora con 8 dipendenti e due manager, è parte del progetto di espansione sul Mercosur, dove il Brasile è il Paese dove l’azienda ha finora maggiormente sviluppato la sua presenza. Tuttavia, spiega, «sul Messico siamo partiti con un distributore locale, perché controllare tutto il processo, dal ricevimento dei prodotti dall’Italia fino ai rapporti con la catena di vendita è fondamentale. È un Paese di grandi possibilità – aggiunge – su cui abbiamo deciso di investire e crescere».
Nonostante le difficoltà di operare su un mercato lontano Colombo ha fatto la sua scelta e si è adeguato alle non poche richieste di garanzie e certificazioni di prodotto che, spiega, «arrivano da un Paese che ha un’altissima richiesta sul made in Italy e perciò sui prodotti controlla fino in fondo la filiera per essere certi che nessun componente o processo sia realizzato fuori dall’Italia».
Il Messico, aggiunge, «non è un Paese da vendite a spot, con un buon controllo sul posto si può crescere e noi abbiamo trovato la persona giusta, un europeo trapiantato con la famiglia a Mexico City, dove operiamo».
Per le certificazioni, oltre a quella d’origine rilasciata dalla Camera di commercio serve quella di riconoscibilità del prodotto, «ma con meno complicazioni rispetto al Brasile. Il Messico è un mercato molto più libero, alla ricerca come noi di nuove strade di sviluppo e di novità di prodotto».
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