Cronaca / Lecco città
Lunedì 10 Marzo 2014
Lecco: Lucchini, si svelano le offerte
Ma la busta potrebbe essere vuota
A mezzanotte di lunedì 10 marzo è scaduto il termine per presentare le offerte non vincolanti per gli stabilimenti Lucchini
A mezzanotte di lunedì 10 marzo è scaduto il termine per presentare le offerte non vincolanti per gli stabilimenti Lucchini di Lecco e di Piombino.
E già martedì 11 marzo le buste verranno aperte e sarà possibile scoprire se qualcuno avrà presentato un’offerta e se, tra i possibili acquirenti, ci sarà il gruppo Smc del giordano Khaled al Habahbeh.
Le notizie diffuse settimana scorsa sul futuro della società non sono per nulla incoraggianti. Infatti, dopo che la cordata italiana Duferco-Feralpi-Acciaierie Venete ha ufficializzato l’intenzione di non presentare un’offerta per il bando, sembrerebbe intenzionato a sfilarsi dalla trattativa anche il gruppo Klesch e anche il tandem italiano tra la bresciana Ferriera Valsabbia e la Ecoacciai di Pontedera ha dichiarato che non presenterà alcuna offerta vincolante. Dovrebbero avere definitivamente rinunciato a presentare un’offerta anche gli indiani di Jindal steel, mentre si scopriranno a breve le vere intenzioni degli arabi della Smc. Klesch sembrerebbe intenzionato a riconsiderare la sua posizione, mentre Smc che sulla carta proporrebbe l’offerta migliore, ha però destato lo scetticismo dell’amministrazione straordinaria sulla sua reale consistenza.
Quella di Valsabbia-Ecoacciai non è però una perdita di poco conto, perché sembrava avviata ad essere l’offerta meno dolorosa per impatto sociale, prevedendo la sostituzione dell’altoforno con il forno elettrico e il mantenimento, probabilmente, di almeno mille posti di lavoro.
Oltre all’offerta di Smc quindi resterebbero in pista solo proposte di acquisto a spezzatino, che così, in caso di acquisto salverebbe solo poche centinaia di posti di lavoro. Emanuele Ricciardi di EcoAcciai ha spiegato che la rinuncia della sua azienda è determinata dalla volontà di lasciare spazio all’iniziativa araba che pare poter tutelare l’integrità della Lucchini e il lavoro meglio delle altre. Per ora si chiama però responsabilmente fuori dalla gara per la Lucchini. Ma non finisce qui. Ma Ricciardi lascia anche intendere che, se gli arabi non presenteranno un’offerta valida, allora la partita si riaprirebbe. E’ infatti possibile che il dietrofront delle società italiane sia in realtà parte di una strategia per mettere allo scoperto il gruppo arabo e, in caso quest’ultimo si rivelasse non serio, tornare ala carica, magari alla seconda asta o all’interno di una vendita svincolata dalla base d’asta.
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