Cronaca / Lecco città
Martedì 03 Marzo 2015
Lecco. Lombardo un sesto
del cibo italiano nel mondo
Nel 2014 esportati 1,3 miliardi di alimenti. Ma il Lecchese va in controtendenza ed è in calo rispetto alla media regionale
Un sesto del cibo italiano nel mondo è lombardo: un biglietto da visita eccezionale in vista di un evento di carattere mondiale come Expo 2015, che si appresta a fare il suo esordio.
Mancano ormai meno di due mesi alla manifestazione che richiamerà in Lombardia milioni di visitatori, che saranno condotti lungo i percorsi allestiti tra gli stand di decine di nazioni di tutto il pianeta attorno al tema dell’alimentazione.
Un argomento nel quale anche il nostro territorio, inteso regionalmente, eccelle, considerato il fatto che sul totale del made in Italy che compare sulle tavole e nei ristoranti di tutto il mondo proviene proprio da qui.
Il rilievo è stato effettuato dalla Camera di Commercio di Milano, che basandosi sui dati Istat ha potuto evidenziare come nel corso dei primi nove mesi dello scorso anno, la Lombardia ha esportato la bellezza di 1,3 miliardi di euro di alimentari su un totale italiano di 8 miliardi.
Un ruolo importante l’ha sicuramente anche l’esposizione internazionale, nell’incremento dell’export registrato durante il 2014 (+6,4%) per quanto riguarda i prodotti lombardi, ma è sicuramente la qualità notoria degli alimenti prodotti sul territorio a rappresentare un brand evidentemente molto appetito e appetibile.
Entrando nel dettaglio dell’indagine effettuata dall’ente camerale meneghino, i primi prodotti esportati sono cereali, caseari, acqua minerale e vini. In particolare, il picco nelle esportazioni è quello registrato dalle ultime due voci, che hanno sfiorato la doppia cifra (oltre il 9% di aumento).
Focus anche sui mercati in crescita: in questo senso, tengono bene quelli Europei (+6%), ma anche gli arabi di Medio Oriente e Nord Africa hanno fatto rilevare una accresciuta sensibilità nei confronti dell’alimentare lombardo, con una maggiore importazione di 15 punti percentuali. Il picco, però, spetta a Cina ed estremo oriente, che evidentemente stanno scoprendo il significato del mangiar bene (+29%).
In questo senso, anche il territorio lecchese ha una parte dignitosa, anche se in Regione è la Provincia che ha fatto rilevare – nel confronto tra 2014 e 2013 – il calo maggiore in termini di export. Dai 56 milioni abbondanti di alimenti esportati due anni fa, infatti, si è scesi di quasi dieci milioni, a quota 47.160.047. Un dato in pesante controtendenza rispetto alla media regionale, considerato anche il fatto che gli unici altri due territori con un saldo passivo sono Cremona e Pavia, rispettivamente con -2,6% e -0,6%: poca cosa, dunque, rispetto al dato lecchese.
Considerato che l’agricoltura è uno dei settori che, data la situazione congiunturale, vengono considerati una sorta di salvagente occupazionale, questo dato unito alla contrazione delle imprese agricole (perse 45 in 5 anni) deve far riflettere.
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