Cronaca / Lecco città
Venerdì 28 Novembre 2014
Lecco. «L’industria riparte
Ma servono riforme»
Federmeccanica celebra l’orgoglio industriale
Lorenzo Riva: «Troppi ritardi e inefficienze. La competitività delle aziende è penalizzata»
“Uniti per il rilancio dell’industria”. È lo slogan scelto da Federmeccanica (una delle categorie di Confindustria) per parlare delle aziende , del lavoro, degli imprenditori metalmeccanici (settore che in Italia vale l’8% per Pil) e dei loro problemi.
Il giorno dell’industria delle tute blu si è celebrato in sessanta città italiane. Non poteva mancare Lecco che resta uno dei poli del metalmeccanico italiano. In via Caprera, a parlare di industria e di politica industriale c’erano Lorenzo Riva (presidente del gruppo metalmeccanico), Giovanni Pastorino (coordinatore del distretto metalmeccanico), e Paolo Mainetti (responsabile gruppo metalmeccanico di Sondrio).
Riva ha testimoniato l’orgoglio di tanti imprenditori che ogni giorno innovano ed esportano (a Lecco, il metalmeccanico fa il 75% dell’export totale) . Si è soffermato sui problemi che affrontano ogni giorno: fisco, burocrazia, lentezza della giustizia civile, costo dell’energia, cuneo fiscale e contributivo che appesantisce il costo del lavoro. Fattori che fuori dai cancelli aziendali condizionano in negativo la produttività dell’industria italiana, mentre dentro ai cancelli la produttività che non cresce (in Italia dal 2000 è pressoché ferma, mentre in Germania c’è stato un aumento superiore al 13%) è soprattutto causata da mancati investimenti. Le aziende non investono, o investono poco, per molteplici cause. Margini sempre più risicati, dovuti alla concorrenza portata dalla globalizzazione e dall’ingresso nell’euro, oltre che a un fisco vorace: «In Italia - ha notato Lorenzo Riva - la tassazione complessiva che grava sulle imprese arriva al 65%, contro una media dell’Unione europea inferiore di venti punti percentuali».
Ancora. Tra le cause dei mancati investimenti c’è la poca fiducia nei confronti del sistema-Paese (basterebbe ricordare la pervasità che in certi ambiente ha la corruzione ), e le difficoltà - dal 2008 ad oggi - di accesso al credito.
Anche per dare una sferzata ad un sistema-Paese che è la bella o brutta addormentata dell’Europa, Federmeccanica invoca - come ha sottolineato Lorenzo Riva - «la realizzazione delle riforme istituzionali e del mercato del lavoro che rendano il sistema più pronto a reagire ai cambiamenti che di continuo si producono sui mercati».
E in tema di riforme, come non parlare di Jobs act. Riva è convinto che al mercato del lavoro servano nuove regole: «Non è vero che l’imprenditore vuole le mani libere per licenziare. Il lavoratore è un valore per l’impresa. Certo, quando ci si accorge che non c’è più sintonia, è giusto per entrambe le parti che le strade si separino. Come è altrettanto giusto che il lavoratore, sfruttando le competenze accumulate e percorsi di formazione, sia assistito nel trovare nuove opportunità di lavoro». Quindi, la strada da percorrere è quella dell’occupabilità, ovvero delle conoscenze e competenze che il lavoratore ha per essere appetibile sul mercato. Riva ha ricordato che oggi «l’industria metalmeccanica non quella trasmessa da un’iconografia ormai datata. La fabbrica è cambiata e continua a cambiare». È l’economia della conoscenza nella quale la nostra industria deve entrare con convinzione per smarcarsi dalla concorrenza sui costi. Un salto culturale che richiede - ha sottolineato Riva - «un’unità di intenti che superi le contrapposizioni perché è interesse di tutti che le aziende crescano».
Giovanni Pastorino ha ricordato che i dati dell’industria metalmeccanica lecchese mostrano «una sostanziale stabilità della produzione, del fatturato e dell’occupazione. Mentre l’utilizzo degli impianti si ferma al 76% della capacità produttiva». Ma il tratto caratterizzante il periodo è l’incertezza, con una visibilità garantita dagli ordinativi che si limita a qualche settimana.
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