Cronaca / Lecco città
Sabato 15 Febbraio 2014
Lecco: l’industria
cresce con le esportazioni
L’indagine della Camera di commercio mostra un miglioramento dei dati nell’ultimo trimestre 2013
Bene anche l’artigianato, ma resta l’incertezza che frena le decisioni di investimento e consumo
Siamo sulla strada giusta? Stiamo andando verso la ripresa? I segnali che si incontrano riportano qualche segno più: la congiuntura sta migliorando (ancora di poco, troppo poco).
Ma, oltre a molti altri elementi, si ha l’impressione che ne manchi uno decisivo: la fiducia. Chi può investire, rimanda in attesa di avere un quadro più nitido. Chi può comperare un bene di consumo durevole (l’auto, la lavatrice, la lavastoviglie) aspetta. Siamo in una fase in cui prevale la preferenza per la liquidità (per chi ce l’ha). Così sul mercato interno la domanda resta bassa, tutta l’economia non gira, anche perché - non va mai dimenticato - negli ultimi anni i redditi di tante famiglie hanno subito una tosata.
Premessa lunga per sintetizzare il momento dell’economia lecchese. Che - come indica l’indagine della Camera di commercio - nel quarto trimestre dello scorso anno, mostra una crescita della produzione (+6% l’industria e +2,4% l’artigianato), degli ordini (rispettivamente +4,1% e +2%) e del fatturato (+7,1% l’industria e +6,2% l’artigianato). Nell’industria, l’indice medio della produzione del 2013 (preso 100 il valore del 2005) si è attestato a 101,3 (+1,4% rispetto al 2012), quello degli ordini a 120,2 (+0,6%) e quello del fatturato a 106,6 (+1,4%). Forse i dati più interessanti sono proprio questi, perché indicano che ci si è attestati su valori ante-crisi. Insomma, è stata completata la faticosa risalita dagli abissi, almeno per quanto riguarda l’industria. Che ha tagliato per prima il traguardo perché ha la possibilità di esportare. La spinta dell’export è sottolineato da Vico Valassi, presidente dell’ente camerale: «Il Lecchese è uno uno dei pochi territori dove le esportazioni totali sopravanzano le importazioni. Lecco - ricorda Valassi - è ai primi posti in Italia per peso del manifatturiero e rappresenta un caso emblematico per l’attivo commerciale con l’estero, da anni stabilmente oltre il miliardo di euro, a fronte del deficit lombardo di oltre 3 miliardi».
Malgrado queste cifre, va precisato che le imprese presenti in modo stabile sui mercati esteri sono una minoranza: servono strutture, competenze e conoscenze, capacità di produrre determinati volumi. E così l’artigianato - che pure nell’ultimo trimestre ha indici positivi - è ancora lontano dai numeri ante crisi. Nelle micro imprese, l’indice medio della produzione del 2013 si è attestato a 78,2 (preso 100 in valore del 2005, con un calo del 2,1% rispetto al 2012), quello degli ordini a 85,6 (-0,7%), e quello del fatturato a 84,9 (-0,6%).
E il lavoro? A Lecco, negli ultimi tre mesi del 2013, l’occupazione è cresciuta rispetto al terzo trimestre dello 0,1%. Dall’inizio della crisi, però, il tasso di disoccupazione provinciale è precipitato dal 3,2% all’8,4%, con un valore prossimo al 25% per i giovani.
Si può concludere con un ’immagine (che riprendiamo dall’economista Mario Deaglio): ci sono fili d’erba che qua e là bucano un terreno innevato. Qualcosa si muove, ma è poco, serve altro per spalare la neve che si è accumulata in più di cinque anni di crisi pesante.
© RIPRODUZIONE RISERVATA