Cronaca / Lecco città
Giovedì 12 Giugno 2014
Lecco, «L’incertezza sulla Tasi
Come spiegarla all’estero?»
Per Antonio Rocca, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti di Lecco, con la Tasi si è avuto un esempio clamoroso di come vengano trattati i cittadini e dei tempi stringenti con cui i commercialisti sono costretti a fornire ai clienti gli importi delle imposte dovute
«Non è più tollerabile che il contribuente che voglia adempiere puntualmente alle sue obbligazioni tributarie debba conoscere l’importo delle imposte dovute solo il giorno prima, se non addirittura lo stesso giorno della scadenza».
La sottolineatura è di Antonio Rocca, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Lecco. Con la Tasi si è avuto un esempio clamoroso di come vengano trattati i cittadini e delle tempistiche stringenti con cui i commercialisti sono costretti a fornire ai loro clienti gli importi delle imposte dovute, senza alcun tempo utile e a ridosso delle scadenze.
Nel caso della Iuc – composta da Imu, Tasi e Tari – la maggior parte dei Comuni ha pubblicato le delibere con aliquote e detrazioni solo il 31 maggio, mentre la scadenza è fissata di lì a poco, al 16 giugno. Peccato che le municipalità che non hanno assunto la delibera entro il 23 maggio possano far slittare al prossimo 16 ottobre la scadenza per il pagamento dell’acconto Tasi, creando un’ingiustificata disparità di trattamento tra i contribuenti. «Quindi decisioni last minute da parte del Governo e dei comuni che cadono ancora una volta sui cittadini», stigmatizza Giuseppe Rocca.
Il presidente dell’Ordine di commercialisti sottolinea: «Il legislatore inoltre non ha previsto – in una situazione così caotica che comprensibilmente potrà determinare più di un errore involontario – di evitare di sanzionare chi è in ritardo o chi sbaglia, e solo alcuni comuni hanno manifestato apertura in tal senso», continua il presidente Rocca.
A fare le spese del caos generato da scadenze così vicine sono anche gli stessi commercialisti costretti, insieme ai propri dipendenti, a lavorare in condizioni di «emergenza», oltre il normale orario e pure nei giorni festivi e di riposo.
«Una condizione necessaria, visto che i conteggi possono essere eseguiti solo manualmente in quanto le software house non sono in grado di fornire tempestivamente software capaci di recepire tutte le delibere che ogni singolo comune ha adottato per la quantificazione della Iuc», spiega Rocca.
Una domanda a Rocca sorge spontanea: «Cosa penseranno gli investitori esteri - abituati alla certezza delle norme e delle modalità, abituati a ricevere nel loro Paese la dichiarazione dei redditi precompilata al proprio indirizzo - di fronte al caos italiano, se per caso avessero acquistato immobili nel Bel Paese?».
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