Cronaca / Lecco città
Sabato 24 Gennaio 2015
Lecco: «L’export ha salvato
tanti artigiani»
Confartigianato Lecco: «Nell’ultimo anno è cresciuto l’interesse degli associati per i mercati esteri»
L’Api conferma: «Le piccole aziende vogliono avere un canale diretto con gli sbocchi oltre frontiera»
Oltre ai dati, che pure secondo una nuova ricerca di Confartigianato mostrano che il 2014 è stato l’anno della crescita di export per le micro e piccole imprese, nelle associazioni lecchesi dei “piccoli” si guarda a un nuovo attivismo che da mesi sembra aver fatto rompere le indecisioni a molte imprese nel tentare la via di mercati esteri.
I dati diffusi da una ricerca di Confartigianato confermano il protagonismo dei piccoli nella ripresa. Nei primi 9 mesi del 2014 l’export manifatturiero a più alta concentrazione di mpi segna un +3,3%, il doppio rispetto al totale dell’export (1,7%). Le protagoniste sono loro, le 243.218 imprese artigiane che con 678.207 addetti coprono il 70% dell’occupazione dell’artigianato manifatturiero.
Nei numeri lecchesi, nello stesso periodo l’export delle sole micro e piccole imprese manifatturiere è stato di 762 milioni di euro, soprattutto in Unione europea (71,7%) ma con quasi il 30% destinato nell’Ue a 28.
A registrare che qualcosa di importante sta cambiando nel comportamento delle mpi è l’ufficio estero cogestito da Api e Confartigianato.
«Quest’anno – spiega Paolo Grieco, che segue l’ufficio estero per Confartigianato – l’attività sull’export per le nostre imprese è aumentata moltissimo e lo vediamo dalla gran quantità di richieste di contatti e di informazioni che riceviamo. Le aziende vogliono sapere come accedere ai vaucher, che a brevissimo saranno riproposti dalla Regione per abbattere i costi di fiere e missioni, ci chiedono supporto per stabilire incontri B2B o per migliorare l’aspetto commerciale».
Richieste in crescita tanto che l’area internazionalizzazione dell’associazione lecchese il 5 febbraio farà un incontro esteso agli associati proprio sui vari aspetti dell’avvicinamento ai mercati esteri. «Sono più che convinto – dice Marco Piazza, responsabile dell’ufficio estero per Api Lecco – che per chi già esportava l’estero è stato l’elemento decisivo per restare in piedi nella crisi, così come si sono salvati coloro che non lo facevano ma che non hanno esitato a cambiare rotta».
Ma oggi, spiega Piazza, è in atto un altro salto di qualità: «chi prima vendeva all’estero indirettamente, attraverso clienti italiani esportatori, oggi vuole agire in prima persona e noi ne abbiamo la prova con evidenti risultati nel nostro lavoro di assistenza diretta».
Ma non basta, perché le dimensioni “micro” inibiscono comunque i risultati: «Ora che abbiamo capito che l’estero è patrimonio da valorizzare dobbiamo aiutare le micro imprese in un salto culturale perché agiscano in modo più corposo, unendosi per filiera o per prodotto».
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