
(Foto di Foto Menegazzo)
Lecco: Leuci, un presidio
senza il sindacato
Iniziativa degli ex dipendenti in piazza Diaz per sollecitare la realizzazione della cittadella della luce
Presenza e solidarietà dai lavoratori di altre imprese in crisi ma mancavano esponenti di Cgil, Cisl e Uil
LECCO
Si può mettere così. Se ad un presidio di lavoratori non ci sono sindacalisti e nemmeno una bandiera di Cgil-Cisl e Uil c’è qualcosa che non torna.
Ed in effetti, la vicenda Leuci, per come si è sviluppata, esce dagli schemi della vertenza classica. Si ha l’impressione che in Leuci abbiano prevalso spinte e spontaneismo, iniziative e voci dei lavoratori rispetto alle “corrette” pratiche sindacali.In sintesi: alla guida del pullman si sono messi i lavoratori, e i sindacalisti sono stati fatti accomodare dietro.
L’hanno scritto anche gli ex dipendenti della fabbrica di via XI febbraio nella lettera al congresso provinciale della Cgil. «Non costituisce solo un’isolata impressione - notano i lavoratori - che questo nostro modo di interpretare ed essere sindacato “dal basso” abbia creato qualche sconcerto nella componente più “istituzionale” e d’apparato di tutte le organizzazioni sindacali con (a volte) qualche risvolto di infastidita e più o meno latente reazione».
E’ giusto precisare - lo ripetono sempre anche i lavoratori - che la vertenza della Leuci è stata seguita con impegno e passione sia dalla categoria sia a livello confederale (Cgil-Cisl e Uil). E che se la cittadella della luce verrà realizzata sarà anche merito del lavoro dei sindacalisti che si sono spesi sui diversi tavoli. Una conferma, piccola ma significativa, di tale impegno si è avuta con il manifesto che annunciava il congresso provinciale della Cgil (chiuso venerdì). Il cartellone riportava la fotografia dell’area Leuci, come simbolo dell’impegno a difesa del lavoro, e del sostegno a un manufatturiero lecchese leggero e innovativo.
Un colpo di reni
E’ questo che si vuole realizzare con la cittadella della luce.Un progetto per il quale, i lavoratori in presidio in piazza Diaz, chiedono «il massimo della concretezza», si legge nel volantino. Inoltre, arrivati a questo punto, gli ex dipendenti di via XI febbraio chiedono «a tutti, ed in particolare alle istituzioni preposte, di rendere noto almeno i seguenti elementi: la data del tavolo provinciale di coordinamento che continuamente slitta in avanti; le condizioni ed i parametri effettivi della trattativa tra i diversi attori coinvolti; la rinnovata volontà di realizzare le caratteristiche peculiari, innovative ed occupazionali dell’originale studio di fattibilità, oggetto di un preciso protocollo d’intesa e i relativi adeguamenti; le caratteristiche delle recentissima legge regionale “impresa Lombardia”».
Argomenti e temi che i lavoratori chiedono possano venir affrontati in «un’assemblea pubblica, promossa dall’amministrazione comunale e provinciale, che preveda il coinvolgimento di tutte le componenti interessate».
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