Cronaca / Lecco città
Venerdì 15 Novembre 2013
Lecco: la Leuci è finita
Fallito il progetto della cittadella
Non c’è l’intesa con la proprietà per la cessione. L’amarezza di Volontè: «E’ una sconfitta»
Da gennaio gli 80 dipendenti in mobilità
E’ finita. La luce non si è accesa. Non si farà la cittadella che avrebbe dovuto nascere sull’area della Leuci, in via XI febbraio.
E’ un sogno che svanisce. Sei anni buttati. Anni di lotte, impegno, manifestazioni e presidi, sacrifici. Gli ottanta dipendenti Leuci ancora in organico dal primo gennaio saranno in mobilità: la cassa integrazione è finita. Il lavoro non c’è più. La storia della fabbrica delle lampadine, cominciata nel 1919, è arrivata al capolinea. E non partirà il progetto di un manufatturiero della conoscenza, costruito su un rapporto stretto tra imprese e ricercatori universitari.
«Il puzzle non si è potuto comporre per diversi motivi». E’ la sintesi di Armando Volontè, assessore comunale alle Attività produttive. Sembra una comunicazione arida, ma lo è solo nelle parole scelte con attenzione istituzionale, non nei toni che Volontè ha usato nella conferenza stampa convocata ieri nella sede della Provincia. Volontè aggiunge: «Mi sento sconfitto. Tutti noi abbiamo profuso il massimo dell’impegno in quest’idea».
Pazienza e attenzione del gruppo di lavoro, composto da Volontè, Antonio Conrater (assessore provinciale al Lavoro), Wolfango Pirelli (segretario Cgil), Giorgio Airoldi (Confindustria) e Matteo Sironi (responsabile Unità di crisi per il lavoro), non sono bastate: Giuliano Pisati, proprietario dell’area Leuci, e le imprese coinvolte nel progetto non hanno trovato l’accordo sul possibile affitto o cessione di una parte dell’area. Da parte sua il Comune di Lecco - attraverso un patto territoriale - si era impegnato «a valorizzare - ha spiegato Volontè - una quota dell’area attraverso una diversa destinazione urbanistica». In pratica, un terzo dei 19mila metri quadrati di via XI Febbraio sarebbe diventato a destinazione residenziale e commerciale, mentre il restante sarebbe rimasto produttivo. La Vita Consulting di Barzanò aveva formalizzato l’interesse ad acquistare una parte dell’area, con la possibile assunzione di trenta persone. «Ma la distanza - ha spiegato Volontè - tra domanda e offerta si è rivelata incolmabile: come ordine di grandezza, possiamo dire che la proposta di acquisto era per 50, mentre la richiesta era di 100. Impossibile incontrarsi». Non è andato a buon fine neanche l’affitto dell’area. «Di fronte ad un trasferimento di impianti e a degli investimenti da realizzare - ha spiegato Volontè - la Vita Consulting ha giudicato che la proposta contrattuale non garantiva la necessaria stabilità negli anni».
E così la luce sulla Leuci non si è accesa. Che ne sarà dell’area? «Oggi posso dire - sottolinea Volontè - che Lecco non può essere ancora urbanizzata con condomini. Chiusa una fabbrica non succederà come con Caleotto e Sae. Nel medio termine, l’area resterà a destinazione produttiva, poi una soluzione dovrà essere trovata con intelligenza».
Nell’illustrare il fallimento del progetto Cittadella della luce, Volontè ha usato toni e parole istituzionali. Ma quando gli riferiamo che Pisati dice di non aver avuto nessun documento sul progetto o proposte scritte di acquisto o affitto, si infervora: «I documenti ci sono e li ho portato ai colleghi della giunta. Documenti e valutazioni che sono stati preparati da un tecnico nominato dal signor Pisati. Dire che non ci sono i presupposti economici per un accordo va bene, ci mancherebbe. Ma non posso accettare che si dica che è mancata concretezza. Non si può banalizzare così il lavoro e l’impegno di tante persone. Sento di aver fallito - conclude con amarezza Volontè - ma tengo a sottolineare che abbiamo lavorato con regole chiare e sempre alla luce del sole».
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