Cronaca / Lecco città
Mercoledì 08 Gennaio 2014
Lecco: lavoro,inizio anno pessimo
Sono 350 i lecchesi licenziati
Nei primi giorni del 2014 super impegnati gli sportelli sindacali
Le conseguenze di una crisi produttiva che colpisce tante ditte
Centinaia di lecchesi hanno iniziato l’anno nel peggiore dei modi dal punto di vista occupazionale perché hanno perso il lavoro per via della crisi. Fra il 2 e il 7 gennaio, cioè nei primi tre giorni lavorativi di apertura degli uffici, agli sportelli di Inca Cgil e Inas Cisl, i servizi sindacali che raccolgono le pratiche da presentare all’Inps di Lecco, sono arrivate 350 richieste di sostegno al reddito.
Un risultato peggiore rispetto a quanto è successo a gennaio dello scorso anno. Allora si erano verificati 300 casi in una settimana, mentre quest’anno siamo a 350 casi in soli tre giorni.
«A questo si aggiungono i disagi provocati dal malfunzionamento del servizio telematico dell’Inps. - spiega Cinzia Gandolfi della Cgil - La mattina del 2 gennaio il servizio è andato in tilt e fuori dall’ufficio si sono create code lunghissime e abbiamo dovuto rimandare le pratiche al pomeriggio e al giorno seguente perché risultava impossibile comunicare con l’istituto previdenziale». E’ una critica che periodicamente i sindacati rivolgono all’Inps e al suo sistema telematico che non è in grado di sostenere i picchi di ricezione dei dati. La stessa cosa si è verificata all’Inas Cisl, dove i funzionari hanno stabilito una serie di appuntamenti spalmati sulle prossime settimane per evitare il caos e le code agli sportelli. Alla Cisl c’è già una lista d’attesa di un paio di settimane.
«Abbiamo affrontato cento pratiche nei primi due giorni dell’anno - spiega Gandolfi - e la stragrande maggioranza degli utenti era qui per avviare una pratica di disoccupazione. Molti erano lavoratori con un contratto a termine scaduto e non rinnovato, ma tantissimi erano lavoratori che hanno perso un lavoro a tempo indeterminato».
Le aziende, grazie alle nuove disposizioni della riforma del lavoro della Fornero, hanno presentato a fine anno ai loro dipendenti una lettera di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, cioè la mancanza di lavoro provocata dalla crisi: «Tanti sono stati licenziati dopo lunghi periodi di cassa integrazione», aggiunge la sindacalista che si è trovata di fronte a un caso limite, cioè a un uomo di 58 anni che è stato licenziato dalla sua azienda proprio per colpa della crisi. Non fosse stato per la nuova legge pensionistica questa persona sarebbe andata in pensione, mentre ora si trova nel limbo: troppo giovane per il buen retiro, troppo vecchio per continuare a lavorare. I casi pervenuto agli sportelli sindacali sono solo la punta di un iceberg: «Non tutti si precipitano agli uffici sindacali non appena vengono licenziati - spiega Gandolfi - perché per legge hanno tempo 68 giorni per presentare la domanda di disoccupazione. Si stima quindi che le persone che hanno perso il posto di lavoro siamo molte di più».
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