Cronaca / Lecco città
Giovedì 02 Aprile 2015
Lecco: il laminatoio
riparte dal marchio Arlenico
Secondo i programmi a metà maggio dovrebbe riprendere la produzione della nuova azienda
L’impianto è stato acquisito dalla cordata Duferco-Feralpi che ha avviato il dialogo con i sindacati
Cala il sipario sul nome della ex Lucchini e si riparte con “Arlenico Spa”, un nome revival nella metalmeccanica lecchese per la nuova società che già da metà maggio potrebbe veder tornare al lavoro nella fabbrica del Caleotto i 74 dipendenti che dal settembre 2014 sono tutti a casa in cassa integrazione straordinaria.
Il doppio condizionale, che riguarda la data di riavvio e il numero totale dei lavoratori reintegrati, è legato solo all’ufficiosità della notizia, che troverà pubblica conferma fra una settimana, l’8 aprile, quando a darne comunicazione in veste ufficiale saranno presenti a Lecco Antonio Gozzi, ad del Gruppo Duferco e anche presidente di Federacciai, e Giuseppe Pasini, presidente del Gruppo Feralpi, i due acquirenti del laminatoio lecchese della Lucchini che ora hanno dato vita alla newco “Arlenico”.
Ne parleranno prima in un incontro istituzionale fissato alle 10 nella sede di Confindustria e poi, nel pomeriggio, nel faccia a faccia con i sindacati con cui discutere le diverse modalità pratiche del trasferimento dei lavoratori.
L’appuntamento, inizialmente fissato per l’1 aprile, slitta dunque di una settimana per ragioni di agenda di Confindustria Lecco. Tuttavia, nella sostanza, poco cambia perchè la newco ha comunque mantenuto puntualmente l’impegno di trasmettere ieri ai sindacati la comunicazione ufficiale dell’avvio della procedura di trasferimento dell’attività dalla ex Lucchini all’Arlenico.
Ora, tutte le operazioni formali del trasferimento saranno chiuse entro metà maggio quando comunque la fabbrica, in cui da settimane sono in corso manutenzioni straordinarie necessarie al non semplice riavvio del laminatoio, sarà pronta a riprendere il lavoro.
Dopo il dissesto del gruppo Lucchini, in amministrazione straordinaria, ma anche dopo che il fermo di polizia giudiziaria per un giorno di Gozzi in Belgio a metà marzo nell’ambito di un’inchiesta per corruzione internazionale aveva creato incertezze a Lecco sulla tenuta degli accordi di vendita del laminatoio, ora si va dunque avanti sulla base del piano industriale con cui la cordata Duferco-Feralpi si è aggiudicata per la migliore offerta nel dicembre 2014 al tavolo del commissario straordinario Piero Nardi l’asta d’acquisto e che prevede oltre alla conferma degli attuali dipendenti anche l’integrazione, nei prossimi due anni, con nuove assunzioni con un obiettivo di produzione fra le 260mila e le 300mila tonnellate annue.
Al Caleotto si lamineranno infatti le billette in acciaio prodotte dai due gruppi nel Bresciano, nelle acciaierie di San Zeno Naviglio e Calvisano, con un obiettivo commerciale di ampliamento dell’offerta di prodotto di alta gamma in acciai speciali. Anche nei momenti di più alta incertezza si era sempre sostenuto che fosse necessario l’ingresso del laminatoio di Lecco in un gruppo integrato a monte che potesse garantire la fornitura di acciaio da lavorare.
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