Cronaca / Lecco città
Venerdì 13 Marzo 2015
Lecco. La ripresa è ancora lontana
Ma si vede la fine del tunnel
Operatori e economisti confermano che ci sono segnali incoraggianti
Aumentate le richieste di investimenti da parte delle nostre aziende
La ripresa è ancora da rincorrere, per poterla agganciare in pieno, ma i segnali sono concreti e fanno ben sperare per l’uscita da questo lunghissimo tunnel da parte dell’economia lecchese.
É sostanzialmente questo il messaggio principale lanciato da operatori ed economisti in occasione della presentazione del diciannovesimo “Rapporto sull’economia globale e l’Italia”, realizzato da Ubi e centro Einaudi. Se il titolo (Un disperato bisogno di crescere) non induce a uno sfrenato ottimismo, ci sono comunque elementi che, quanto meno a livello locale, fanno ben sperare per il futuro.
Segnali concreti, rilevava il direttore dell’area Lecco-Como di Banca Popolare di Bergamo, Mauro Cassini, ci sono sul fronte investimenti da parte delle aziende lecchesi dal finire della scorsa estate, quando sono aumentate sostanzialmente le richieste di finanziamenti finalizzati all’acquisto di capannoni e macchinari.
Ad incidere anche sulle economie territoriali, come noto, sono anche eventi e fenomeni che si verificano ben lontano anche dai confini italiani. Esempi ne sono lo spettro della guerra riapparso in Europa grazie alle vicende ucraine ma anche le vicende legate al califfato, che ha portato scenari di sangue e distruzione nel Medio oriente.
«Ovunque la crescita rallenta ben al di là delle previsioni iniziali – ha spiegato Mario Deaglio, ordinario di Economia internazionale all’università di Torino fino all’ottobre 2013 e ora editorialista economico de La Stampa -, e il prodotto interno lordo italiano mette a segno un’altra variazione negativa».
Il motivo di questo stop sul piano della crescita che il Belpaese aveva messo in mostra l’anno scorso è stato puntualizzato da Giuseppe Russo, economista direttore del Centro Einaudi, il quale, dopo aver sottolineato che «se vincesse il partito antieuro a livello di benessere faremmo grossi passi indietro», ha evidenziato che quei fili d’erba sono rimasti «congelati da una coltre di politiche economiche più restrittive del necessario».
Le prospettive a breve termine sono positive, comunque, per quanto riguarda l’accesso al credito. «La svalutazione dell’euro e la diminuzione del prezzo del petrolio sono elementi molto positivi – ha rimarcato Russo -, che contribuiranno a rinforzare l’export italiano e, di conseguenza, anche lecchese, territorio che ha una grande vocazione in questo senso. I tassi di interesse sono bassi e il quantitative easing li abbasserà ulteriormente: nei prossimi anni ci sarà una facilitazione di accesso al credito senza precedenti».
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