Cronaca / Lecco città
Sabato 23 Novembre 2013
Lecco: «La crescita?
Sì, ma solo delle tasse»
L’assemblea di Confartigianato ha focalizzato l’attenzione sui rapporti tra scuola e lavoro
Non sono mancati spunti polemici sulle misure adottate dal Governo nell’ultimo anno
Il presidente di Confartigianato Lecco, Daniele Riva, in occasione dell’assemblea dello scorso anno lamentava che il governo Monti non avesse ancora attuato misure di crescita.
«E’ passato un altro anno – dice Riva all’assemblea che si è tenuta ieri nella sede di via Galilei -, e una crescita c’è stata: quella delle tasse, della burocrazia, dei costi per le imprese, delle aziende che chiudono». In dieci mesi hanno cessato 558 aziende artigiane.
Le speranze di poter confidare sulla politica si sono ormai spente e Riva dice: «Temo che adesso sia arrivato il momento di affidarci solo a noi. Nonostante gli anni durissimi che stiamo attraversando, c’è un tessuto che non si limita a resistere, ma che ha l’ambizione di tornare competitivo a livello internazionale, come dimostrano i dati dell’export».
A Lecco si può contare sulla vitalità delle relazioni fra associazioni imprenditoriali, sindacati e istituzioni , secondo Riva, proprio da qui è necessario trarre le forze per intercettare una ripresa. Ma per arrivarci è innanzitutto necessario recuperare il terreno perso, ad esempio sul fronte tecnologico: «Siamo spesso indicati come un Paese che non ha saputo tener testa ai cambiamenti tecnologici ed economici, alimentando un modello di sviluppo inadeguato », che per essere superato ha bisogno di un nuovo sistema paese.
Secondo Riva non bastano più l’ingegno e la tenacia degli imprenditori. «C’è necessità di altri fattori che promuovano la capacità di crescita : istituzioni che funzionano, luoghi di ricerca e innovazione, un capitale umano al passo con le quotidiane rivoluzioni tecnologiche e culturali, infrastrutture fisiche e legali adeguate a una realtà in continuo mutamento. Fattori di cui l’Italia è carente».
E proprio dalla scuola bisogna ripartire, focalizzandosi sulla necessità di incentivare il livello di formazione “on the job”, come dice la Confartigianato da tanto tempo e come sostiene l’Ocse. «Chiediamo di dare maggior impulso allo stage in azienda, in modo che la formazione professionale diventi un lasciapassare per il mondo del lavoro, come succede in Alto Adige, dove la formazione duale è in grado di mettere in comunicazione la parte teorica con la pratica aziendale. Noi faremo il possibile per favorire un processo di integrazione tra la scuola e il lavoro, ma anche il resto del territorio e delle istituzioni deve sostenerci». Viceversa la competitività delle imprese esige continue iniezioni di “valore aggiunto” costituito da più cultura, più formazione continua, più ricerca. Ma come incentivare la collaborazione fra scuola e lavoro? Una domanda che è stata affrontata anche dal docente dell’università di Bergamo, Giuseppe Bertagna che ha spiegato il valore di un’ interazione tra mondo del lavoro e della scuola, che deve partire dalla volontà degli stessi imprenditori e del personale docente, ma anche delle istituzioni e delle famiglie, che devono sostenere i ragazzi verso scelte concrete.
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