Cronaca / Lecco città
Giovedì 26 Settembre 2013
Lecco: ipotesi spezzatino per Lucchini
L’Arlenico cerca un compratore
C’è attesa per il via libera del ministro che entro il prossimo 8 ottobre dovrà approvare o meno il piano industriale presentato dall’amministratore straordinario dal quale dipenderà il futuro della Lucchini di Piombino e Lecco
Secondo le prime indiscrezioni, il piano ricalca il progetto presentato da Nardi ai sindacati alcune settimane fa e l’ipotesi più convincente è quella dello spezzatino, quindi lo stabilimento lecchese seguirà un futuro diverso da quello di Piombino. Proprio mercoledì la vicenda della Lucchini è approdata mercoledì alla Camera durante il question time con il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, che ha risposto a un’interrogazione di un parlamentare del Pd.
Non molto rassicuranti le risposte del ministro alla richiesta di un intervento urgente per salvare la siderurgia e assicurare la continuità produttiva della Lucchini. Il governo sta lavorando in raccordo con le iniziative messe in campo dall’Europa – ha sostanzialmente detto Zanonato – ricordando che il piano per la siderurgia predisposto dal vice commissario Tajani andrà in discussione in questi giorni.
E per quanto riguarda il piano industriale il ministro ha ribadito la presenza di alcune manifestazioni d’interesse ricevute per gli asset del gruppo, che prevede una cessione separata degli stabilimenti di Piombino, Lecco e Trieste. Per la Ferriera di Servola ha confermato l’interesse all’acquisto da parte del Gruppo Arvedi.
Già nella seconda metà di ottobre il commissario potrebbe aprire l’asta di gara per la vendita della Lucchini, anche se alcune questioni restano poco chiare e confuse. Ad esempio, è ancora da definire che fine farà il relitto della Concordia, così come non è ancora certo il contributo dell’Europa al progetto Codex. Mentre è definita la chiusura dell’altoforno a Piombino a novembre, che comporterà la fine delle commesse per i 90 addetti lecchesi, che restano appesi a una procedura di solidarietà che scadrà nel momento in cui l’amministrazione straordinaria cesserà. Un tentativo di salvataggio potrebbe venire da un intervento della Banca europea per gli investimenti (Bei) e della Cassa depositi e prestiti per sostenere investimenti innovativi da richiedere attraverso il tavolo della siderurgia, anche se al momento Zanonato sembra più propenso a seguire la strada della vendita all’asta immediata.
Il prossimo 3 ottobre ci sarà uno sciopero del gruppo, perché i sindacati e i dipendenti chiederanno di non chiudere l’altoforno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA