Cronaca / Lecco città
Martedì 04 Novembre 2014
Lecco. «Il taglio ai patronati causerà
un costo per le fasce deboli»
Rischia di generare un situazione di caos il ventilato taglio ai patronati previsto dalla legge di stabilità
Rischia di generare un situazione di caos il ventilato taglio ai patronati previsto dalla legge di stabilità.
Anche Lecco, in vista della discussione in aula del maxi emendamento fissata per giovedì 20, aderisce alla mobilitazione nazionale indetta da Acli, Inas Cisl, Inca Cgil, che insieme hanno promosso una raccolta firme alla quale si può aderire in tutte le sedi e anche su internet. Inoltre sabato 15, dalle 8 alle 13, gli operatori dei patronati saranno in piazza Garibaldi per spiegare ai cittadini cosa accadrà se questo ipotizzato taglio dovesse diventare effettivo. «La legge di stabilità prevede, oltre alla riduzione dell’aliquota di finanziamento dei patronati, un taglio di 150 milioni di euro dal fondo di quote già accumulate – spiega Norberto Pandolfi di Inas Cisl – e il maxi emendamento prospetta poi un terzo intervento di decurtazione sull’anticipo che lo Stato versa ai patronati per le attività svolte, con ricadute negative da subito».
A rischio sono soprattutto i cittadini che per far valere i propri diritti si rivolgono gratuitamente ai patronati, con la conseguenza che a certi servizi avranno accesso solo coloro che saranno in grado di pagarseli, penalizzando ancora una volta le fasce più deboli. Solo a Lecco, dal 2011 a oggi, per via del processo di telematizzazione delle pratiche Inps i patronati hanno raddoppiato le utenze: «L’85% delle 70 mila pratiche presentate all’Inps di Lecco lo scorso anno erano patrocinate dai patronati – sottolinea Cinzia Gandolfi di Inca Cgil – e anche se tenessimo aperti i nostri uffici 24 ore al giorno non sarebbe comunque sufficiente per evadere tutte le richieste di consulenza che quotidianamente riceviamo. Questo taglio rischia di creare molte difficoltà e disguidi».
E proprio sull’importate funzione sociale svolta dai patronati insiste anche Daniele De Vecchi delle Acli. «I patronati ascoltano i cittadini, le loro problematiche e li trattano con la giusta sensibilità. Da cittadino vorrei trovarmi sempre nella condizione di essere considerato come persona e non come semplice utente o solo come un numero». Anche sul fronte occupazionale le conseguenze sarebbero drammatiche: si rischia un taglio di circa 9 mila dei 20 mila dipendenti nazionali. «Per sopperire alla ventilata chiusura dei patronati – ribadisce De Vecchi – solo l’Inps, che annualmente grazie al servizio che offriamo risparmia circa 564 milioni, dovrebbe aprire 6 mila nuovi uffici in tutta Italia e impiegare oltre 5300 unità in più».
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