Cronaca / Lecco città
Martedì 14 Aprile 2015
Lecco. Giovani fiduciosi
«Nell’edilizia c’è un futuro»
I progettisti di domani alla lezione aperta
«Il mercato si riprenderà e saremo pronti»
LECCO
Giovani progettisti pronti a reinventare una professione per battere la crisi. Nella sua giornata conclusiva, il Meci ha ospitato una lezione aperta rivolta agli studenti del terzo anno di ingegneria edile-architettura del Politecnico di Milano (polo di Lecco). Tra i professori e i ragazzi regna l’ottimismo: «La sfida dei prossimi anni sarà costruire e ristrutturare all’insegna del risparmio energetico, ci sarà molto da fare».
Il futuro del settore edilizio, ha spiegato ai ragazzi il professor Graziano Salvalai, «è legato alla realizzazione di edifici a energia quasi zero. Saremo chiamati a ridurre i consumi studiando nuovi modelli di riscaldamento e raffreddamento. Il nostro compito sarà trovare i migliori materiali isolanti e sarà una ricerca continua».
I nuovi standard sugli edifici a energia quasi zero verranno definiti dall’Unione europea. «Sappiamo che dal 31 dicembre 2018 gli edifici pubblici dovranno essere a energia quasi zero - ha detto Salvalai - e dal 31 dicembre 2020 l’imposizione si estenderà a tutte le nuove costruzioni». L’edilizia dovrà dunque reinventarsi e anche i produttori delle materie prime - ha aggiunto il professor Francesco Pittau - saranno chiamati a ridurre i propri consumi.
Ad ascoltare la lezione c’erano decine di ragazzi tra i 23 e i 25 anni. «Sappiamo bene che il periodo non è dei migliori - dice Pietro Zorloni - ma sappiamo anche che prima o poi il mercato si riprenderà. Ho davanti ancora qualche anno prima di laurearmi, poi vorrei fare un’esperienza all’estero per trovare nuove idee da mettere in pratica».
È ottimista anche Antonia D’Alessandro, una studentessa interessata al recupero dell’esistente. «Che il settore delle nuove costruzioni sia in crisi non è una novità - dice - ma è anche vero che ormai non c’è più terreno su cui edificare, la legge impone limiti al consumo di suolo. La nostra sfida sarà quella di recuperare l’esistente: i nostri professori puntano molto di più su questo ambito che sulla costruzione dei nuovi edifici».
In visita al Meci ci sono anche studentesse a un passo dalla laurea.
«Il nostro corso di laurea - spiega Cinzia Gaiardelli - è a metà strada tra architettura e ingegneria, mette insieme la creatività con la preparazione tecnica. Io credo che il nostro settore offra ancora buoni spazi lavorativi, basta sapersi specializzare negli ambiti che richiederanno professionisti come noi».
Gaiardelli sta lavorando alla tesi insieme a Micol Maccagni: «Studiamo il Building Information Modeling (Bim), un sistema di progettazione che è ormai lo standard in paesi come Germania e Stati Uniti ma è ancora sconosciuto in Italia».
E il concetto, spiega ancora Maccagni, è semplice: «Oggi come oggi il progetto di un edificio passa di mano in mano dall’architetto ai costruttori, con continue modifiche in corso d’opera che comportano spesso degli errori. Nel sistema Bim, invece, tutti i protagonisti della filiera si siedono a un tavolo prima dell’apertura del cantiere e lavorano insieme allo stesso progetto in formato digitale».
In questo modo «il margine di errore si riduce e anche i preventivi sono molto più precisi. Non mi dispiacerebbe lavorare per rendere il Bim uno standard anche in Italia» conclude.
© RIPRODUZIONE RISERVATA