Cronaca / Circondario
Domenica 09 Novembre 2014
Lecco: Distretto meccanico
«Possiamo superare la crisi»
Pastorino: «Ci sono radicate conoscenze tecniche»
«E sul territorio lavorano tante ditte eccellenti»
Incertezza. Sembra essere questo il sentimento che prevale e opprime gli imprenditori lecchesi. I portafogli ordini sono ridotti o - per scriverla in altro modo - le aziende navigano a vista, senza sapere cosa ci può essere dietro l’angolo. Può anche darsi,che sia questa la condizione, la nuova condizione a cui tutti - quindi lavoratori e imprese - si dovranno adeguare.
Fatta la premessa, focalizziamoci su un punto: al sesto anno di crisi, come sta il distretto metalmeccanico lecchese? La domanda è per Giovanni Pastorino, imprenditore a Calolziocorte: è amministratore delegato della Deltacalor, e coordinatore del distretto metalmeccanico. «Posso riportare le sensazioni che raccolgo tra i colleghi imprenditori. Ebbene - dice Pastorino - pur con andamenti diversi da azienda ad azienda, il lavoro c’è. Però, non c’è visibilità oltre le poche settimane, e la fiducia è in calo. Secondo l’analisi di un’agenzia di somministrazione lavoro, dallo scorso mese c’è stato un rallentamento. E il trend non cambierà almeno fino i primi mesi dell’anno nuovo. L’unico motore - spiega Pastorino - che può spingerci fuori dall’incertezza è il rilancio della domanda interna. E non è facile».
Ma dopo una crisi così lunga il distretto metalmeccanico ha ancora le potenzialità per riprendersi? Il timore è che le gelate di questi anni abbiano inaridito tante imprese e colpito molti lavoratori, con la conseguente perdita di competenze e saperi che sono la forza del territorio. «Il tessuto imprenditoriale lecchese - sottolinea Pastorino - resta forte e vivace. Si potrebbero citare le tante eccellenze che abbiamo: mi vengono in mente i nomi di Omet, Fiocchi, Fomas, Fontana, Gilardoni. E per fortuna, l’elenco potrebbe continuare. Sono aziende in salute, con prodotti innovativi e con presenze strutturate sui mercati esteri. Queste imprese sono dei motori che trascinano con sè tante realtà dell’indotto. Detto questo, al tessuto economico lecchese mancano le imprese grandi che invece sono attive in territori come Bergamo e Brescia. Sono aree che, proprio grazie alla presenza di queste grandi imprese, sono già uscite dalla crisi, con una decisa crescita del Pil. Mentre noi facciamo più fatica a rompere il ghiaccio che si è formato in questi anni».
A parte questo svantaggio competitivo, il Lecchese - ribadisce Pastorino - resta forte e vivace: «Ne abbiamo conferma anche - nota il coordinatore del distretto metalmeccanico - dalla costituzione di numerose reti d’impresa, o comunque di aggregazioni che hanno consentito alle singole aziende partecipanti di crescere nonostante la crisi. È una dimostrazione dell’impegno e della voglia che gli imprenditori mettono per non arrendersi alla crisi».
Un’altra caratteristica forte del tessuto economico lecchese è la voglia di intrapresa che l’ha sempre caratterizzato. È ancora così, o la crisi che ha anche portato con sè un accesso al credito complicato, ha spento la voglia di mettersi in proprio? «Nell’attuale scenario economico -specifica Pastorino - è più difficile che in passato costituire un’impresa. Ma per chi volesse dare vita ad una nuova azienda metalmeccanica non c’è territorio migliore di Lecco. Qui c’è una presenza diffusa di competenze tecniche. C’è una grande storia. Una tradizione del saper fare, con figure professionali di alto profilo. Ci sono strutture come il Politecnico e il Cnr che possono contribuire allo sviluppo tecnologico e all’innovazione. Ci sono imprese in grado di coprire tutta la gamma produttiva del metalmeccanico. Tutti questi vantaggi competitivi - spiega il coordinatore del distretto - possono aiutare le nostre imprese a diversificare le loro produzioni ed entrare nei mercati più interessanti. Ecco - conclude Pastorino - se c’è una caratteristica che va valorizzata nel momento attuale è la capacità di cogliere subito le opportunità produttive e di mercato che si possono aprire, sfruttando le competenze che si hanno».
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