Cronaca / Lecco città
Venerdì 06 Dicembre 2013
Lecco: dipendenti delle ditte fallite
Tempi lunghi per avere la cassa
Alle lungaggini ministeriali per l’attivazione della cassa integrazione si aggiunge anche un problema che rende impossibile il pagamento dell’assegno di sostegno al reddito quando l’azienda è in fallimento
Alle lungaggini ministeriali per l’attivazione della cassa integrazione si aggiunge anche un problema tecnico che rende impossibile il pagamento dell’assegno di sostegno al reddito quando l’azienda è in fallimento.
A sollevare il problema è il sindacalista della Cgil Giuseppe Cantatore che si è trovato a doverlo affrontare per alcuni lavoratori del territorio, ad esempio per i 90 dipendenti della Grattarola.
«Il problema nasce da una nuova misura che impone all’Inps di liquidare i compensi della cassa integrazione solo dopo che le società hanno inviato all’ente il numero di ore di cassa integrazione consumate dai dipendenti», un sistema introdotto che evita il problema di dover impegnare risorse pubbliche superiori rispetto all’effettiva necessità e una soluzione che consente di utilizzare tanto denaro quanto il tiraggio dell’ammortizzatore sociale, cioè all’utilizzo effettivo.
«Il problema è che per le società che hanno avviato la cassa integrazione e poi sono entrate in fallimento non è più possibile accedere alla posizione Inps per inserire i dati sull’uso dell’ammortizzatore sociale», spiega Cantatore. Ad esempio, nel caso della Grattarola, la procedura di cassa integrazione è stata avviata a marzo e a luglio l’azienda è andata in fallimento.
Nel frattempo il ministero ha approvato la procedura di cassa integrazione, ma l’Inps, come impone la legge ha sospeso la posizione previdenziale e quindi le richieste di cassa integrazione vengono respinte. «Si tratta di un tecnicismo che tuttavia ha effetti negativi su molti lavoratori», dice Cantatore, che solleva un problema ancora piuttosto sconosciuto ai professionisti e ai commercialisti.
«Per Grattarola il curatore si è mosso per chiedere all’Inps di riaprire un ponte e consentire ai dipendenti di percepire la cassa integrazione, ma è bene che i commercialisti si informino a tal proposito, altrimenti le procedure di cassa integrazione rischiano di restare sospese e a rimetterci, come sempre, sono i dipendenti che rischiano di non percepire alcun ammortizzatore sociale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA