Cronaca / Lecco città
Giovedì 26 Giugno 2014
Lecco: dai fallimenti
nessun segnale di ripresa
In questi mesi sono 44 le procedure avviate dal tribunale di Lecco, lo scorso anno erano state 45
Lo stesso andamento si rileva nei concordati: stanno arrivando a conclusione tante situazioni difficili
Se la ripresa si muove a passi piccolissimi, con miglioramenti del fatturato e della produzione da prefisso telefonico, i fallimenti in provincia non segnano alcuna battuta d’arresto, anzi, sono in linea con quanto avvenuto lo scorso anno: al 24 giugno del 2014 le imprese che hanno portato i libri in Tribunale e che ora si trovano in fallimento sono 44, nello stesso periodo del 2013 erano state 45, mentre nell’anno sono stati collezionati 101 fallimenti complessivi.
Sovrapponibile a questa situazione è l’evoluzione del fenomeno dei concordati: ne erano stati richiesti 5 fra gennaio e giugno del 2013 e nei primi sei mesi di quest’anno siamo già a sei concordati approvati.
Va però specificato che quest’ultimo non è un dato troppo fedele alla situazione perché si tratta solo dei concordati approvati dal Tribunale di Lecco, cioè quelli omologati, e questo dato non considera tutti i concordati “prenotati” con una domanda in bianco che precede l’ammissione vera e propria. Non a caso nel 2013 i concordati complessivi per tutto l’anno sono stati 36, soprattutto perché molte richieste del 2012 sono state approvate nell’anno successivo. Inoltre, la maggior parte delle richieste concorsuali è di tipo liquidatorio, quindi formulata per chiudere una società attraverso un percorso di vendita dei beni mobili e immobili, mentre i concordati ai fini della continuità sono davvero pochissimi.
L’impressione dei commercialisti del territorio è che la corsa e la crescita esponenziale al ricorso alle procedure fallimentari si sia effettivamente arrestata, stabilizzandosi però ai livelli massimi, quelli del 2013, soprattutto perché le situazioni di difficoltà stentano a venire a galla e quindi le sofferenze delle società emergono con anni di distanza rispetto al manifestarsi di fenomeni di difficoltà aziendale.
Fatti che sconfessano un po’ le speranze iniziali che avevano ispirato la riforma del concordato, creata per cercare di intervenire in tempi brevi sulle situazioni di difficoltà aziendali, spingendo molto sulle ristrutturazioni del debito, ed evidenziano la grave sofferenza delle imprese, troppo spesso sotto dimensionate e sotto capitalizzate, incapaci di sopravvivere quando le banche chiudono i rubinetti del credito.
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